“Cinquanta uomini in Sicilia per scoprire chi ha sparato ad Antoci”, parola di Alfano

MODICA – “Abbiamo mandato sui Nebrodi una cinquantina di persone tutte addestrate alla grande perché dobbiamo scovare chi è stato a provare a uccidere Giuseppe Antoci”.

Tuonano le parole di Angelino Alfano, il ministro dell’interno che torna sull’attentato al presidente del parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci. Sembra quindi che chi ha esploso i colpi la sera del 17 maggio, abbia ormai le ore contate visto che è scattata la caccia grossa ai colpevoli.

Stando alle dichiarazioni fatte da Alfano, questa mattina in visita a Modica per la presentazione del suo libro “Chi ha paura non è libero”, sono 36 gli uomini della Prevenzione crimine e 12 i cacciatori di Calabria.

“Ci stiamo opponendo con una reazione forte, come se lo avessero ucciso – incalza Alfano –. Abbiamo mandato quelli più addestrati per le zone rurali e per la ricerca di latitanti nelle campagne. Faremo di tutto”.

Lo Stato contro la criminalità organizzata che di nuovo, una settimana fa ha colpito Antoci. Il presidente era di ritorno da una manifestazione a Santa Stefano di Camastra a bordo della blindata condotta dalla polizia, quando lungo la strada il mezzo si è fermato a causa di grossi sassi posti sull’asfalto. A quel punto sono partiti i colpi d’arma da fuoco di grosso calibro che hanno raggiunto l’auto con all’interno Antoci. Immediata la reazione dei poliziotti che hanno sparato in direzione dei sicari che poi sono fuggiti.

“La mafia ormai è dalla parte dei perdenti – conclude Alfano – perché dimostra che non è in grado di colpire gli uomini che lo Stato sa proteggere”.