Cronaca

Scafista traghetta 56 migranti, torna in Libia e ricomincia la manovra

POZZALLO – Alle 5,20 del 7 novembre scorso la naveAurora SAR” della O.N.G. Sea Watch, battente bandiera tedesca, su indicazione degli organi di coordinamento del soccorso marittimo, ormeggiava nelle vicinanze della banchina di Riva del Porto di Pozzallo per consentire lo sbarco di 56 migranti di varie nazionalità, recuperati in mare in occasione di un soccorso effettuato il giorno prima.

Arrestato lo scafista dello sbarco di Pozzallo

L’attività investigativa condotta dalla Squadra Mobile e dalla Sezione operativa navale della Guardia di Finanza ha avviato le operazioni a partire dalle analisi della documentazione di bordo della nave Aurora, con particolare riferimento al cosiddetto S.A.R. report, dal quale si è scoperto che i 56 migranti recuperati facevano capo ad un unico evento di salvataggio in acque S.A.R. maltesi a circa 50 miglia nautiche a nord-est dell’isola tunisina di Kerkennah.

La successiva attività informativa ha consentito di individuare la persona che si era occupata della conduzione e della gestione dell’imbarcazione sulla quale il gruppo aveva viaggiato.

L’itinerario dalla Libia alla Sicilia

Lo straniero individuato, a seguito dei riscontri fotodattiloscopici forniti dalla Polizia Scientifica è risultato essere già sbarcato a Lampedusa il 10 ottobre scorso fornendo diverse generalità e presentando richiesta di protezione internazionale a seguito della quale è stato trasferito in una struttura di accoglienza in provincia di Roma.

Successivamente, neanche dopo un mese dal suo arrivo in Italia, è riuscito a tornare in Libia e da lì, come riferito dai migranti, ripartire il 5 novembre scorso alla volta delle coste italiane con il carico di migranti navigando fin quando è terminato il carburante, per poi trovarsi alla deriva attendendo un soccorso che è arrivato dalla nave Aurora.

Responsabile finisce nel carcere di Ragusa

Al termine delle operazioni, la Squadra Mobile di Ragusa ha arrestato il cittadino egiziano J.M. di 40 anni perché ritenuto presunto responsabile di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sottoposto dagli stessi poliziotti a fermo di indiziato di delitto e condotto nel carcere di Ragusa, in attesa della convalida del provvedimento restrittivo, successivamente convalidato.

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