POZZALLO – Continua lo sbarco della Sea Eye 4 a Pozzallo, in provincia di Ragusa, dove ieri sono giunte le 414 persone salvate in mare negli scorsi giorni (150 sono minori e pare che a bordo ci siano anche 3 donne in stato di gravidanza).
Le operazioni sono riprese questa mattina dopo la sospensione di ieri sera.
L’atmosfera sembra essere piuttosto tesa. Le autorità italiane, infatti, avrebbero chiesto all’imbarcazione di tornare in mare dopo la sospensione delle attività di sbarco. La richiesta, però, non è passata inosservata. Queste sono state le parole dei rappresentanti della Sea Eye, preoccupati per lo stato emotivo dei migranti a bordo, a riguardo: “Che razza di istruzioni irrealistiche e pericolose sono queste? Non pensa nessuno alla sicurezza delle persone coinvolte? Quanto altro ci si può aspettare che facciano le persone? Chiediamo che lo sbarco continui immediatamente”.
Secondo quanto riportato sui profili social dell’Ong tedesca, si è evitato che l’imbarcazione tornasse in mare grazie alle negoziazioni del capitano con le autorità locali, ma non è stato possibile sfuggire all’ennesima notte in mare per migranti e personale. La polemica è ancora nel vivo, specialmente dopo l’accusa di frasi razziste pronunciate durante lo sbarco e le discussioni sulla lunga attesa prima dell’assegnazione di un porto sicuro a Pozzallo (ne abbiamo parlato qui).
Alle accuse ha replicato nelle scorse ore il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, che in un’intervista per ANSA ha parlato di un possibile malinteso, ribadendo che a Pozzallo regnano “grande sensibilità, solidarietà, serenità e umanità”. Negli scorsi giorni il primo cittadino si era espresso (come altre autorità siciliane e italiane) anche sulla necessità di trovare una soluzione all’emergenza migranti, che sia condivisa e combini il dovere morale di soccorrere in mare e il coordinamento delle autorità nazionali e internazionali a favore di migranti e operatori: “Non si può continuare a rincorrere gli eventi, a tappare i buchi grazie alla disponibilità e all’impegno dei sindaci in prima linea, è ormai improcrastinabile un intervento strutturale che affronti la questione in tutta la sua complessità, una strategia che miri a prevenire e non a tamponare un fenomeno che verosimilmente potrebbe protrarsi ancora per decenni”.
Completate le operazioni di sbarco, gli adulti dovranno trascorrere un periodo di quarantena obbligatorio sulla Nave Aurelia, mentre i minori dovrebbero essere trasferiti in un centro di accoglienza in provincia di Ragusa dopo gli opportuni controlli sanitari.
Fonte immagine: Sea Eye