VITTORIA – Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, i carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) di Catania, a seguito di mirata attività d’indagine nel settore della gestione dei rifiuti speciali pericolosi, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale etneo di una cava dismessa a Piano Guastella di Vittoria (provincia di Ragusa), utilizzata come discarica abusiva di rifiuti tossici pulverulenti.
Secondo le prime rilevazioni nella vastissima cava, che ha un’estensione di circa 8mila metri quadrati. Sono stati riversati, ad oggi, non meno di 30mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi di varia natura. Allo stato vi sono elementi per ipotizzare che si tratti di rifiuti che oltre ad avere un elevato grado di pericolosità possano essere anche potenzialmente nocivi e/o tossici per la salute.
Sul posto i militari, che hanno bloccato un autoarticolato intento a sversare un ingente quantitativo di rifiuti, hanno richiesto l’intervento di personale dell’A.R.P.A. (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) di Ragusa. Quest’ultima ha effettuato campionamenti dei materiali trovati ed è stata incaricata di effettuare le successive analisi per stabilire origine e caratteristiche dei rifiuti riversati illegalmente nella fossa dell’ex cava.
I titolari, nel 2016, avevano ottenuto dall’Assessorato Territorio Ambiente della Regione Siciliana l’autorizzazione a effettuare un piano di recupero morfologico ambientale con il quale, a seguito della presentazione di uno specifico progetto, è possibile “riempire” una cava di materiali (in genere terre e rocce provenienti da altri scavi), non pericolosi e compatibili con le caratteristiche del terreno, al fine di riportare l’area al piano originario, senza conseguenze per l’ambiente e per le falde idriche sottostanti.
Nel caso specifico, invece, secondo quanto potuto accertare nel corso delle indagini, i titolari, una volta ottenuta l’autorizzazione, avrebbero consentito il conferimento (protratto per almeno due anni) di un enorme quantitativo di rifiuti provenienti da un’altra attività di recupero e trattamento rifiuti presenti in provincia di Ragusa, materiali con caratteristiche fisico-chimiche tali da essere ritenuti rifiuti speciali pericolosi e assolutamente non autorizzati né compatibili con le attività di recupero autorizzate.
Ai titolari e responsabili legali delle società coinvolte è stato notificato un avviso di garanzia emesso dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, con il quale sono state loro contestate le ipotesi di reato di associazione per delinquere (art. 416 del Codice Penale) e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies del Codice Penale).
Il valore del bene sequestrato supera il milione di euro.
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