MODICA – Oltre 150 uomini sono impegnati in una imponente operazione antidroga della Polizia di Stato a Modica, in provincia di Ragusa, nei confronti di una presunta organizzazione accusata di essere dedita al traffico internazionale di stupefacenti.
Complessivamente sono 17 i destinatari della misura cautelare in carcere disposta dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania a seguito delle indagini condotte dal Commissariato di Modica e dalla Squadra Mobile di Ragusa; altri 17 sono sottoposti a perquisizione. In realtà gli arrestati dalla polizia di Stato di Ragusa in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Catania su richiesta della Dda della Procura etnea, sono 14 dal momento che tre indagati sono irreperibili.
Il gruppo, secondo l’accusa, gestiva un vasto traffico di marijuana, eroina e cocaina ed avrebbe avuto una “cassa comune” dove venivano depositati i proventi della vendita della droga. Da indagini e intercettazioni emergerebbe, per la squadra mobile, che i promotori dell’organizzazione erano degli albanesi a capo Julian Hohxa, mentre il tunisino Dakhil Majri era il ‘custodè della droga, mentre Algert Selmani, si occupava del trasporto. Alcune donne avrebbero avuto una posizione di rilievo nel gruppo: Erisa Gjonaj, convivente di Hohxa e sua stretta collaboratrice nell’occultamento e nello spaccio della droga; Martina Chiaramonte, fidanzata di Xhediljano Selmanaj; Fadwa Chaggare e Justyna Wudarczyk, convivente di Dakhil Mejri, accusati di pagare le partite di droga. Le sorelle Lorenza e Mery Solonia, nonostante fossero all’epoca dei fatti agli arresti domiciliari, avrebbero continuato a comprare e vendere droga. Del gruppo farebbero parte anche Carmelo Baglieri, a Ragusa, Giorgio Selvagio e Giorgio Assenza, a Modica. Dalle intercettazione emerge il linguaggio criptico usato: la droga era “lo zucchero”, o il “Cd”.
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Ma anche chiavi e componenti per auto: “E non lo so io le chiavi ce le ho – ascoltano gli investigatori – ma l’importante che tu hai le chiavi che loro ce le hanno pure le ruote buone”.
A volte lo stupefacente diventa un abito: “Fai una cosa digli che porta cose buone e vieni qua che stanno arrivando i vestiti digli che viene e se li prova”. Alla stessa maniera, cripticamente, gli indagati trattavano della riscossione dei crediti provento dello spaccio: “Devi essere un’ape . Raccogli il più possibile”.
Durante l’operazione la squadra mobile di Ragusa ha sequestrato oltre 200 grammi di droga, tra cocaina, eroina, hashish, marijuana e somme di denaro. Nel corso delle perquisizioni della notte scorsa è stata trovata anche una pistola a tamburo. Secondo gli investigatori i componenti del clan, formato da italiani, albanesi e tunisini avevano stretto un legame criminale per il controllo dello spaccio di droga, proveniente dall’Albania, in provincia di Ragusa. Ci sono anche sei donne tra le persone arrestate. Sono due italiane, due albanesi, una polacca e una marocchina. Una di loro aveva in casa dell’eroina, un’altra della marijuana. Assistiti da personale qualificato, funzionari, della squadra mobile di Ragusa e del commissariato della Polizia di Stato di Modica, hanno affidato temporaneamente ai rispettivi nonni, i figli minorenni delle donne.
I particolari sull’operazione sono stati resi noti durante una con conferenza stampa nella sala Filippo Raciti della Questura di Ragusa. Il Questore Giuseppe Gammino e il sostituto della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Catania, Valentina Sincero, hanno illustrato le fasi dell’inchiesta antidroga della polizia di Stato, che si è avvalsa di anni di indagini condotte dal Commissariato di Modica e poi proseguite dalla Squadra Mobile di Ragusa.
Durante l’operazione sono stati impiegati 150 uomini, 70 auto, 1 elicottero, 8 Unità Cinofile, 14 unità del Reparto Prevenzione Crimine e 12 operatori della Polizia Scientifica.