RAGUSA – Chattavano su facebook per organizzare i viaggi della speranza verso il nord Europa passando dall’Italia.
Protagonisti di tanta evoluzione palestinesi e siriani che, proprio sul più diffuso dei social network, avevano trovato lo strumento di comunicazione idoneo per facilitare i “movimenti” dopo lo sbarco.
Nell’era dei social, del resto, era prevedibile che prima o poi accadesse anche questo. Alla scoperta si è arrivati dopo accurate indagini avviate dalla squadra mobile di Ragusa, coordinate dalla Procura del capoluogo ibleo.
La conferma, sulle modalità di comunicazione dei mercanti di esseri umani, è arrivata dopo il fermo di 4 scafisti nell’ambito delle indagini avviate dopo il maxi sbarco di 864 migranti, tra i quali moltissimi bambini, giunti ieri a Pozzallo sulla nave San Giusto della Marina militare.
Secondo l’accusa funzionava così: ciascuno di loro era alla guida di una delle carrette del mare soccorse nel Canale di Sicilia. Un intermediatore (il cui profilo è ritenuto falso), in lingua araba, mediava su facebook, fornendo contatti e offrendo la possibilità di incontri per organizzare il viaggio.
Alcune delle famiglie siriane sbarcate ieri a Pozzallo si sarebbero servite di questi contatti per partire alla volta del vecchio continente. Sul social infatti esistono delle pagine aperte dove i migranti rifugiati offrono contatti e raccontano la loro esperienza di viaggio verso l’Europa.
Il viaggio avventuroso racconta di famiglie salite su barconi malridotti sui quali hanno affrontato tutti i pericoli del mare che hanno messo più volte in pericolo la vita di tutti loro.
Sono stati poi soccorsi dalle navi della Marina militare italiana, che hanno operato in condizioni critiche a causa del mare in burrasca. Le operazioni di salvataggio si sono concluse con il trasbordo sulla nave San Giusto che ha fatto rotta verso Pozzallo. Almeno 400 migranti sono stati già trasferiti in altri centri, mentre altri stanno partendo da Comiso, con un volo charter, verso altre regioni italiane.
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