RAGUSA – Il Commissariato di Polizia di Modica ha eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Ragusa nei confronti di una donna di 40 anni, di origine straniera e residente a Modica.
Il provvedimento restrittivo si è reso necessario poiché la donna, già affidata in prova a seguito di una condanna definitiva per guida in stato di ebbrezza alcolica, era stata segnalata due volte in pochi giorni dagli agenti del Commissariato per ubriachezza molesta. Le segnalazioni erano frutto di interventi della Volante nell’ambito dei controlli ordinari e del monitoraggio dei soggetti sottoposti a restrizioni della libertà personale.
La 40enne avrebbe dovuto mantenere una condotta irreprensibile, conforme alle norme e seguire un percorso rieducativo, ma in entrambe le occasioni è stata trovata in evidente stato di ebbrezza in pubblico, provocando disordini e ignorando i ripetuti inviti degli agenti a mantenere un comportamento adeguato.
A seguito delle segnalazioni, l’Autorità Giudiziaria ha constatato che erano venute meno le condizioni necessarie per l’ammissione alla misura alternativa dell’affidamento in prova, ordinando quindi il trasferimento della donna all’istituto penitenziario. La donna è stata rintracciata nella sua abitazione e condotta al carcere femminile di Catania per scontare la pena residua definitiva.
I militari della Stazione di Modica hanno eseguito un provvedimento di sostituzione della misura degli arresti domiciliari con la custodia cautelare in carcere, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Ragusa.
Il provvedimento ha riguardato un 26enne residente nella Contea, noto alle forze di polizia per il suo costante disinteresse nel rispettare le prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria. L’ultima violazione ha richiesto l’intervento di una pattuglia per la sua ricerca, in quanto era nuovamente assente dal proprio domicilio durante un controllo effettuato dai militari.
Di fronte a queste circostanze, il Reparto ha ritenuto necessario richiedere all’Autorità competente una misura più restrittiva della sua libertà personale, poiché era evidente che il suo comportamento irregolare e la sua tendenza a violare continuamente le prescrizioni non erano compatibili con il regime degli arresti domiciliari.
L’insieme delle violazioni documentate dalla Stazione di Modica ha portato a un quadro accusatorio significativo, suscitando preoccupazione per il potenziale impatto della sua pericolosità sociale sull’ordine pubblico della città.
Pertanto, si è reso necessario sostituire il precedente regime limitativo con la custodia cautelare in carcere. Questo provvedimento mira a porre un freno al suo costante disprezzo delle norme sociali e delle disposizioni impartite dall’Autorità Giudiziaria, consentendo al giovane di dedicarsi in modo serio alla riabilitazione della sua condotta deviata.
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