Cronaca

Comiso, 176 piante di marijuana nascoste in una serra: ai domiciliari una coppia – IL VIDEO

COMISO – Alle prime luci dell’alba del 5 marzo 2021, a Comiso, i carabinieri della compagnia di Vittoria, congiuntamente a personale dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” – a conclusione di un più ampio servizio di straordinario finalizzato alla ricerca di armi e droga – hanno arrestato in flagranza di reato, per coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e furto aggravato di energia elettrica, La Rosa Mirella Turtula, di 48 anni, pregiudicata, e il convivente B.H.J., di 20 anni, tunisino, entrambi disoccupati e residenti in Contrada Cifali.

In particolare, i militari durante un servizio di rastrellamento svolto nella periferia del centro cittadino di Comiso, sono stati attratti dal forte odore di marijuana proveniente da un terreno ubicato al confine tra il Comune di Chiaramonte Gulfi e Comiso. Insospettiti dall’insolita presenza di persone in una villa, solitamente non abitata, hanno svolto una perquisizione domiciliare, estesa anche alle sue pertinenze.

“Serra” con 176 piante di canapa

All’interno di un terreno recintato e annesso alla proprietà, i militari della Stazione carabinieri di Comiso hanno rinvenuto una sofisticata piantagione, nascosta all’interno di una struttura del tipo “serra”, composta da 176 piante di canapa, di altezza compresa tra i 50 e 170 centimetri, con infiorescenze.

Oltre alla piantagione rinvenuta, i carabinieri hanno sequestrato anche 2 kg e mezzo di marijuana già essiccata e nascosta all’interno di un sacco in plastica, un bilancino di precisione e diversi contenitori di fertilizzanti, necessari per coltivare lo stupefacente.

Lo stupefacente – prodotto grazie ad un impianto costituito da due stufe, due ventilatori, un impianto d’irrigazione, un barometro e un dispositivo di deumidificazione – una volta immesso sul mercato illegale, avrebbe fruttato oltre 80mila euro.

Droga sequestrata, 2 arresti

Le piante, lo stupefacente e tutti i materiali utilizzati per la realizzazione dell’impianto di coltivazione sono stati sequestrati. La sostanza sarà sottoposta ad analisi tossicologica.

Inoltre, l’impianto di coltivazione dello stupefacente era alimentato abusivamente mediante un collegamento alla rete elettrica pubblica, immediatamente verificato e disattivato da personale tecnico “ENEL” intervenuto sul posto. Gli arrestati sono stati ristretti ai domiciliari, fino all’udienza di convalida, su disposizione dell’autorità giudiziaria di Ragusa.

Le immagini video

 

 

Redazione

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