RAGUSA – Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, avvelenamento colposo di acque e reato di abuso d’ufficio e omissione in atti d’ufficio. Sono questi i reati che hanno portato i carabinieri a notificare una rete di 10 avvisi di garanzia che parte dalla capitale per giungere fino al territorio isolano, precisamente a Ragusa.
Nel lungo filo rosso di indagini preliminari sono stati inclusi dirigenti regionali e imprenditori a Roma, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Bologna, Ragusa. Il tutto si è svolto nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Vibo Valentia denominata “Acqua sporca 2”.
Le perquisizioni, compiute dai Nas dei carabinieri di Catanzaro, hanno riguardato gli uffici dei dipartimenti ambiente, obiettivi strategici e lavori pubblici della Regione Calabria oltre che una società di Vibo Valentia e due di Roma.
In particolare, sono 7 i funzionari in servizio alla Regione Calabria e 3 gli imprenditori destinatari del provvedimento. L’inchiesta è condotta dal pm Michele Sirgiovanni sull’utilizzo dell’acqua che, proveniente dal bacino dell’Alaco, in provincia di Vibo Valentia nel territorio di Brognaturo, è stata utilizzata per fornire la rete idrica di molti comuni vibonesi e catanzaresi.
Sono in corso perquisizioni e acquisizioni di atti nei dipartimenti Ambiente, Obiettivi strategici e Lavori pubblici della Regione Calabria e in tre società, una con sede a Vibo Valentia e due a Roma.
La prima tranche dell’inchiesta ha già portato alla richiesta di rinvio a giudizio di altri 16 indagati tra funzionari e amministratori pubblici, e dirigenti Sorical.