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Palermo, il tonfo dei rosanero a Taranto è senza attenuanti

PALERMO – Prima sconfitta della stagione per il Palermo. I rosa tornano da Taranto con un sonoro 3-1 sul groppone e con un concorso di  colpe che accumuna tutti, giocatori e allenatore. Troppo diverso l’atteggiamento delle due squadre fin dall’inizio partita: combattivi e motivati i pugliesi, eccessivamente compassati e mai in partita gli uomini di Filippi, scesi in campo con il 3-4-1-2 formato da Pelagotti; Doda, Lancini, Perrotta; Almici, De Rose, Luperini, Giron; Dall’Oglio; Brunori, Soleri.

Il gol iniziale di Saraniti, ex dal dente avvelenato, ha fornito le avvisaglie di una giornata storta, dando conferma delle magagne evidenziate sabato scorso contro il Messina: difesa lenta e impacciata, centrocampo con poche idee e spesso in inferiorità numerica, attacco sottotono con Floriano ancora una volta spaesato sulla trequarti.

Il tentativo di Filippi di determinare un’inversione di marcia, con l’innesto al 53° di Valente e di Dall’Oglio al posto rispettivamente di Giron e di Floriano, è miseramente fallito, perché Dall’Oglio ha stentato d inserirsi e poi, dopo l’espulsione di Lancini al 78°, è stato costretto ad inventarsi difensore, mentre l’esclusione di Giron ha privato il Palermo dell’unico uomo capace di gestire la fascia e di mandare al centro pericolosi cross dal fondo.

Il raddoppio del Taranto, di Benassai al 57°, e dopo cinque minuti il gol di Almici sono stati il preludio alla resa definitiva dei rosanero, alla quale resa ha contribuito in maniera determinante Filippi con l’ingresso in campo di Silipo al 63° al posto di De Rose, fino ad allora forse il migliore dei suoi e, comunque, il solo in grado di impostare una decente manovra di gioco.

Discorso a parte merita il giovane talento romano, sicuramente gestito finora non in maniera ottimale: la voglia di giocare e di mettersi in mostra nelle poche occasioni che gli sono state concesse di scendere in campo ha tradito Silipo, che con il suo possesso prolungato del pallone ha ulteriormente rallentato l’azione della squadra e, a conti fatti, non ha portato nessun beneficio.

L’espulsione per doppia ammonizione di Lancini ha di fatto chiuso l’incontro. Il Taranto si è limitato a controllare il gioco e in chiusura ha affondato il contropiede sancendo con il gol di Diaby il risultato finale.

E ora? Sarà difficile fugare le nubi che si stanno addensando sul futuro del Palermo: la squadra appare priva di equilibrio in ogni settore, non riesce a creare gioco e sembra che scenda in campo demotivata, senza grinta e consapevole dei propri limiti.

È forse proprio la consapevolezza dei propri limiti la componente che più preoccupa. Riuscirà Filippi a invertire la rotta e a far acquisire alla squadra la perduta autostima? È diffusa l’impressione che il tempo a disposizione sia limitato.

Pietro D'Alessandro

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Pietro D'Alessandro
Tag: Calcio Filippi Lancini Palermo Palermo-Taranto Saraniti Serie C Taranto

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