Palermo, contro il Foggia ritorno al passato: persi cuore, fantasia e partita

Palermo, contro il Foggia ritorno al passato: persi cuore, fantasia e partita

PALERMO – Amaro risveglio per i tifosi rosanero. Contro la Viterbese c’era stato il primo campanello d’allarme. Ieri a Foggia, sotto una pioggia battente, il Palermo è affondato cancellando quanto di buono si era visto contro Juve Stabia, Potenza, Paganese e Monopoli.

Nessuna traccia ieri del bel gioco veloce e manovrato, delle chiusure difensive puntuali e attente, della concretezza in attacco, dell’equilibrio in ogni zona del campo. Ma non solo, perfino il “cuore”, che aveva evitato la sconfitta contro la Viterbese, si è sciolto nelle pozzanghere dello Zaccheria.

Ieri nessun rosanero, tranne Kanoutè e Lucca, subentrato a Floriano all’8° minuto della ripresa, ha raggiunto la sufficienza. Anche Pelagotti ha le sue responsabilità: sicuramente sul raddoppio del Foggia, che ha sancito al 35° del primo tempo il risultato finale di 2 a 0 per i pugliesi, poteva fare di più. Fatto sta che già a quel punto la partita poteva considerarsi chiusa.

In precedenza al 17° D’Andrea aveva beffato con un diagonale da destra l’estremo difensore siciliano e la reazione degli uomini di Boscaglia si era esaurita con un palo colpito da Floriano tre minuti dopo.

A nulla sono valsi i tentativi del tecnico gelese di dare una scossa ai suoi: gli innesti al 53° di Palazzi e di Lucca, rispettivamente al posto di Broh e di Floriano con il passaggio al 4- 3-1-2 e poi al 65° di Rauti e di Valente, subentrati a Odjer e Kanoutè in applicazione di un 4-2-4 dettato dalla disperazione, non hanno dato alcun frutto, così come l’ultimo cambio, all’83° Martin al posto di Somma.

Da capire immediatamente i perché di questa involuzione del gioco e di questo atteggiamento remissivo e senza animo. Il Palermo ha già perso troppo terreno. In un campionato difficile come quello di C, è difficile recuperare e scendere ancora in classifica potrebbe aprire scenari catastrofici.