PALERMO – I locali delle officine Sivibus hanno ospitato lo scorso sabato un dibattito politico che ha visto protagonisti molti movimenti civici composti perlopiù da imprenditori e professionisti. All’evento era inoltre presente Fabrizio Ferrandelli, ex membro dell’Assemblea Regionale Siciliana dimessosi per protesta contro l’attuale governo.
Il seminario, ribattezzato poi “È un dovere impegnarci per una politica che scelga il servizio per il bene comune“, è stato organizzato dal “Gruppo della Buona Politica“, dal “Movimento più” e dall’avvocato Massimo Maniscalco. Quest’ultimo dando avvio al dibattito ha subito rivolto le sue parole alla classe dirigente siciliana, ossia alle persone che “hanno funzioni di decisione nella vita economica, culturale e politica, persone che non sono un gruppo costituito, non si scelgono né sono elette eppure hanno in comune il fatto che le loro azioni, testimonianze e decisioni oltrepassano il confine del particolare, hanno un effetto generale, costituiscono modello per molti”.
Massimo Maniscalco ha invitato gli stessi a diventare modello per la cittadinanza mettendo sempre al primo posto il bene comune e tentando di migliorare la qualità di vita dei cittadini. L’avvocato ha poi proseguito affermando: “Una volta presa coscienza dell’inadeguatezza dell’attuale governance dell’isola è dovere dei membri più attivi e virtuosi della comunità organizzarsi, comunicare e combattere la battaglia per dare alla Sicilia un Buon Governo e decidere su quali forze e su quali candidati fare convergere il proprio consenso, sapendo che un errore oggi sarebbe esiziale e consegnerebbe il territorio alle forze anti-sistema e populiste”.
A quest’intervento è poi seguito quello di Fabrizio Ferrandeli che, interrogato da Massimo Maniscalco circa alcune importanti questioni inerenti l’amministrazione regionale (viabilità, gestione delle risorse, economia e finanza) ha così risposto: “Nel Parlamento Siciliano c’è per ora un gran silenzio, volto a non attirare attenzione per prolungare il più possibile la permanenza dei parlamentari al loro posto. Il deficit di bilancio è altissimo ma le tasse servono quasi esclusivamente a mantenere in piedi la macchina amministrativa e si sta perdendo la possibilità di impiegare 5 miliardi di fondi comunitari. Non è possibile oltre delegare il governo della regione a soggetti che hanno già fallito. Oggi sono qui come cittadino tra cittadini, per offrire un’occasione di confronto e messa in rete di una Sicilia che nonostante il disastro vuole rinascere. Francamente mi sono reso conto di avere più cose in comune con Buttafuoco o con Musumeci e con alcuni amministratori locali di quante non ne avessi con i membri del mio partito. L’obiettivo è di trovare nuovi deputati regionali chiedendo di non portare più voti ai soliti vecchi ma investendo su se stessi”.
“È un dovere impegnarci per una politica che scelga il servizio per il bene comune” le parole di Giuseppe Valenti, editore de “Il caffè“. Quest’ultimo ha ricordato i numerosi cambiamenti ottenuti dal popolo grazie alle manifestazioni comunitarie. Si è poi soffermato sulla possibilità di rinascita economica ed etica della Sicilia.
Davide Bologna