A Palermo un seminario per scuotere la politica siciliana

A Palermo un seminario per scuotere la politica siciliana

PALERMO – I locali delle officine Sivibus hanno ospitato lo scorso sabato un dibattito politico che ha visto protagonisti molti movimenti civici composti perlopiù da imprenditori e professionisti. All’evento era inoltre presente Fabrizio Ferrandelli, ex membro dell’Assemblea Regionale Siciliana dimessosi per protesta contro l’attuale governo.

Il seminario, ribattezzato poi È un dovere impegnarci per una politica che scelga il servizio per il bene comune, è stato organizzato dal “Gruppo della Buona Politica“, dal “Movimento più” e dall’avvocato Massimo Maniscalco. Quest’ultimo dando avvio al dibattito ha subito rivolto le sue parole alla classe dirigente siciliana, ossia alle persone che “hanno funzioni di decisione nella vita economica, culturale e politica, persone che non sono un gruppo costituito, non si scelgono né sono elette eppure hanno in comune il fatto che le loro azioni, testimonianze e decisioni oltrepassano il confine del particolare, hanno un effetto generale, costituiscono modello per molti”.

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Massimo Maniscalco ha invitato gli stessi a diventare modello per la cittadinanza mettendo sempre al primo posto il bene comune e tentando di migliorare la qualità di vita dei cittadini. L’avvocato ha poi proseguito affermando: “Una volta presa coscienza dell’inadeguatezza dell’attuale governance dell’isola è dovere dei membri più attivi e virtuosi della comunità organizzarsi, comunicare e combattere la battaglia per dare alla Sicilia un Buon Governo e decidere su quali forze e su quali candidati fare convergere il proprio consenso, sapendo che un errore oggi sarebbe esiziale e consegnerebbe il territorio alle forze anti-sistema e populiste”. 

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Giuseppe Valenti e Massimo Maniscalco

A quest’intervento è poi seguito quello di Fabrizio Ferrandeli che, interrogato da Massimo Maniscalco circa alcune importanti questioni inerenti l’amministrazione regionale (viabilità, gestione delle risorse, economia e finanza) ha così risposto: “Nel Parlamento Siciliano c’è per ora un gran silenzio, volto a non attirare attenzione per prolungare il più possibile la permanenza dei parlamentari al loro posto. Il deficit di bilancio è altissimo ma le tasse servono quasi esclusivamente a mantenere in piedi la macchina amministrativa e si sta perdendo la possibilità di impiegare 5 miliardi di fondi comunitari. Non è possibile oltre delegare il governo della regione a soggetti che hanno già fallito. Oggi sono qui come cittadino tra cittadini, per offrire un’occasione di confronto e messa in rete di una Sicilia che nonostante il disastro vuole rinascere. Francamente mi sono reso conto di avere più cose in comune con Buttafuoco o con Musumeci e con alcuni amministratori locali di quante non ne avessi con i membri del mio partito. L’obiettivo è di trovare nuovi deputati regionali chiedendo di non portare più voti ai soliti vecchi ma investendo su se stessi”. 

È un dovere impegnarci per una politica che scelga il servizio per il bene comunele parole di Giuseppe Valenti, editore de “Il caffè“. Quest’ultimo ha ricordato i numerosi cambiamenti ottenuti dal popolo grazie alle manifestazioni comunitarie. Si è poi soffermato sulla possibilità di rinascita economica ed etica della Sicilia.

Davide Bologna