“I detenuti sono disperati e non possiamo aiutarli”. Lo scandalo delle carceri siciliane

“I detenuti sono disperati e non possiamo aiutarli”. Lo scandalo delle carceri siciliane

PALERMO – I detenuti siciliani, sia adulti sia minori, attendono ormai da quasi un anno la nomina da parte del presidente della Regione del garante dei diritti dei detenuti. Una figura fondamentale per la segnalazione di tutte le complesse problematiche del mondo carcerario isolano e la mancata nomina ha causato forti disagi per tutta la popolazione carceraria.

L’uscente, il senatore Salvo Fleres, ha terminato il suo mandato lo scorso settembre ma continua a ricevere parecchie lettere e segnalazioni da parte dei detenuti alle quali è impossibilitato a dare risposte concrete visto il suo mandato scaduto e non rinnovato.

A parlarci della drammatica vacatio è la dottoressa Gloria Cammarata, storica responsabile dello Sportello dell’ufficio del garante dei detenuti, che ha lavorato a stretto contatto con l’onorevole Fleres e che ci descrive la paradossale situazione degli uffici regionali.

Dottoressa Cammarata qual è la situazione attuale dell’ufficio del garante dei detenuti?

“È una situazione di attesa. Attualmente continuo a lavorare e attendo che accada qualcosa. Aspettiamo dallo scorso sedici settembre e vi sono due uffici, uno a Palermo e uno a Catania, che non possono lavorare a causa della mancanza del garante. Tra l’altro l’ufficio palermitano è senza dirigente e ci sono nove impiegati regionali che non possono lavorare e oltre seimila detenuti che non hanno un’istituzione che li ascolti e li aiuti”.

Quali sono, in particolare, i compiti e le funzioni del garante?

“Il garante, figura prevista dalla legge n. 5/2005 all’articolo 3, ha come obiettivo il raggiungimento del pieno rispetto dei diritti dei detenuti. Abbiamo lavorato molto spesso in base alle segnalazioni provenienti dagli stessi detenuti, ma anche girando le carceri attraverso visite ispettive e quindi avendo una percezione sul campo dei problemi dei penitenziari”.

Quindi, al momento, tutte le segnalazioni dei detenuti pur essendoci un ufficio preposto restano inevase e senza risposta?

“Sì, perché il garante si avvale del nostro ufficio che lavora per delega. Noi riceviamo decine e decine di lettere contenenti segnalazioni dei detenuti ma non possiamo aprirle perché le può leggere soltanto il garante. Dentro quelle missive ci può essere di tutto: da richieste d’aiuto a situazioni critiche e noi non ne sappiamo nulla”.

Si tratta di un ufficio che riceve segnalazioni e accatasta lettere da quasi un anno alle quali mai nessuno ha risposto sinora?

“Esattamente, tutte le lettere indirizzate al garante non possono essere aperte, solo quelle indirizzate a me possono essere aperte ma non ho la possibilità di rispondere. Mi sono capitati casi di detenuti che mi abbiano scritto più volte invocando una risposta che non potrà arrivare a causa di questa situazione. Altri detenuti, dopo il periodo in carcere, sono venuti a trovarmi chiedendo la nomina del garante”.

Come si spiega questo ritardo nella nomina?

“Non sappiamo neanche noi il perché di questo ritardo. Sappiamo soltanto che un ufficio regionale è fermo e che i detenuti non hanno un punto di riferimento. Andavamo spesso nelle carceri a parlare con i detenuti e ci facevamo carico delle loro richieste, vi sono molti che chiedono di essere trasferiti vicino alle famiglie, altri che sono ammalati e con serie patologie, altri ancora che si ammalano in carcere. Sono state raccolte diverse firme e anche in carcere hanno fatto delle petizioni per chiedere la nomina del garante e la riconferma dell’onorevole Fleres che ha svolto un lavoro apprezzato in maniera unanime”.

Quale il risultato, in questi anni, che rivendica con maggiore orgoglio?

“Oltre all’ascolto quotidiano dei problemi dei detenuti l’onorevole Fleres e il nostro ufficio avevano iniziato una raccolta firme per partecipare a un ricorso per i trattamenti inumani e degradanti al carcere Pagliarelli. Raccolte simili erano avvenute nel carcere di Piazza Lanza e in quello di Termini Imerese. Questi ricorsi effettuati ai magistrati di sorveglianza sono stati tutti vinti sinora e i cambiamenti sono stati immediati, come la chiusura del reparto Nicito a Piazza Lanza. Inoltre, i detenuti possono chiedere un risarcimento per il danno causato da simili condizioni. Adesso è tutto bloccato e l’augurio che posso fare è che questa situazione si sblocchi al più presto”.