PALERMO – È arrivato l’assenso dell’Europarlamento all’accesso temporaneo supplementare sul mercato dell’Unione di 35mila tonnellate di olio d’oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017.
A dare il via libera gli eurodeputati della commissione commercio internazionale del Parlamento europeo, che hanno approvato il provvedimento con 31 voti a favore, 7 contrari e un’astensione. Una scelta proposta dalla Commissione europea fatta per esprimere solidarietà alla Tunisia dopo le vicissitudini legate al terrorismo e al crollo del turismo.
Ma grandissima è la rabbia dei produttori italiani – specie pugliesi e siciliani – per la misura adottata. Adesso sarà l’assemblea plenaria di Strasburgo a pronunciarsi ma le polemiche sono fortissime specie per un settore massacrato dalla crisi e dalla xylella che ha messo in ginocchio la Puglia.
“Un aumento del 40% di importazione di olio distruggerà la produzione olivicola pugliese, siciliana e non solo – spiega dal blog di Beppe Grillo l’eurodeputato Ignazio Corrao –. È uno schema suicida per l’economia del Sud Europa, così come dimostrato dai precedenti accordi con il Marocco, che hanno contribuito a distruggere la produzione di arance nel Sud Italia e causato indirettamente tensioni sociali, come quelle vissute a Rosarno. Dietro l’invasione dell’olio tunisino ci sono precisi interessi economici in gioco: l’obiettivo è quello di affossare i piccoli e medi produttori del Sud Italia, mentre ai grandi viene data la possibilità di comprare a prezzo stracciato l’olio extraeuropeo per poi spacciarlo Made in Italy, come in passato già dimostrato dalle inchieste della magistratura. L’agricoltura italiana, ancora una volta, viene usata come merce di scambio per la politica internazionale. La Mogherini, che ha ideato il piano, conosce le conseguenze economico-sociali di questa politica iper-liberista? L’Europa sta già facendo molto per il popolo tunisino”.
“Nel 2011 ha stanziato nel programma di macro assistenza finanziaria ben 800 milioni di euro. Nel 2015 sono stati erogati 100 milioni di euro, una prima tranche di un prestito complessivo di 300 milioni – proeseguono i grillini -. Perché adesso questa ulteriore apertura? Alcuni sospetti nascono dagli interessi economici dell’attuale primo ministro tunisino. Habib Essid è, infatti, uno dei maggiori produttori di olio del Paese e dal 2004 al 2010 è stato persino direttore esecutivo del Consiglio oleicolo internazionale. Con questa importazione senza dazi si vuole aiutare il popolo tunisino o gli affari dei suoi governanti? Il Movimento 5 Stelle si opporrà e difenderà con tutti i mezzi la produzione e l’eccellenza italiana, già a partire dalla prossima plenaria quando il testo verrà votato per l’approvazione definitiva. Il Pd può dire lo stesso?”.
“L’approvazione dell’emendamento che prevede una valutazione d’impatto di medio termine sul mercato dell’olio per eventualmente chiedere alla Commissione europea “misure correttive” qualora la situazione lo dovesse richiedere, non è che un contentino che non mitiga per nulla questa invasione di prodotto non controllato e a basso costo sul mercato comunitario”, spiega il presidente degli ovicoltori dii Confagricoltura Sicilia Giovanni Selvaggi.
“Dispiace constatare, una volta di più, come gli interessi delle imprese agricole del sud Italia non riescano ad essere difesi in sede europea, dove continuiamo ad essere trattati non come un settore trainante per l’economia ma come semplice elemento di scambio da utilizzare alla bisogna” “Ci auguriamo che i nostri parlamentari facciano valere le ragioni dell’olivicoltura di qualità e scongiurino l’approvazione definitiva di questo scempio”, conclude Selvaggi.