PALERMO – “E chi è Raciti?”. Continua con una battuta di manzoniana memoria lo show del governatore Rosario Crocetta. Scaricato senza mezzi termini dal Pd il presidente con calcolata supponenza aggiunge un nuovo capitolo a questo disastrato cabaret governativo che sta tenendo, da ormai due anni, a Palazzo d’Orleans.
Sembra non aver scalfito le sue certezze l’intervista rilasciata dal segretario regionale del Pd Fausto Raciti nella quale dichiara di voler staccare la spina al governo regionale. Nel giorno della visita di Renzi a Palermo e della resa dei conti sulla questione della piscina dell’assessore Sgarlata lo strappo del Pd assume una forte valenza simbolica.
Adesso il governatore è solo e con le spalle al muro ma non sembra preoccuparsene più di tanto in apparenza. Il rimpasto di giunta, che sembrava potesse avere poteri taumaturgici, ancora non è avvenuto e la stagnazione dell’azione governativa ha portato i democratici ad annunciare la cessazione del proprio sostegno.
Il segretario democratico Fausto Raciti, in alcune dichiarazioni pubbliche, ha ufficialmente tracciato una linea divisoria tra il destino del proprio partito e quello del governo Crocetta senza dare adito a fraintendimenti.
La volontà del Pd è quella di non correre più in aiuto del governatore. Volontà non tanto nascoste vista l’ammissione dello stesso Raciti, nei giorni passati, di dare voto favorevole alle mozioni di sfiducia nei confronti dell’assessore Nelli Scilabra, difesa a spada tratta dal presidente.
I cuperliani del Pd avevano proposto ai vertici romani un rimpasto di giunta, avanzando i nomi di Angelo Villari e Cataldo Salerno, ma tra rinvii e tentennamenti tutto è ancora bloccato. Quale sarà il futuro della Sicilia? Si prevedono ancora nuvoloni gonfi di pioggia sul governo regionale: Crocetta oggi deciderà sulla permanenza in giunta dell’assessore Sgarlata. Ci sarà un vertice quest’oggi a Palazzo d’Orleans per un riordino della sovrintendenza di Siracusa.
Il “caso” Sgarlata si aggiunge alle mozioni di censura nei confronti di altri tre assessori (Nelli Scilabra, Roberto Agnello e Linda Vancheri). Su twitter si scatenano i politici, sia di maggioranza sia di opposizione. Senza dimenticare quelli del Pd freschi di strappo.
Inaugura il fuoco di fila contro Crocetta l’onorevole Nello Musumeci che invita il presidente a parlare in aula, mentre Giorgio Ciaccio, del M5S, pregusta già la fine dell’avventura governativa del governatore.
Dal fronte democratico arrivano le dichiarazioni di Antonio Ferrante che ad inizio settembre aveva proposto un referendum in merito al sostegno di Crocetta da parte del Pd e del grande twitter addicted Antonello Cracolici, ovviamente molto critico.
Per ultime anche le democratiche Mariella Maggio, deputato regionale, e Magda Culotta, giovane sindaco di Pollina, esprimono il loro pensiero in linea con le recenti dichiarazioni di Raciti. Ormai con twitter gli uffici stampa lavoreranno sempre meno.
Non sono teneri nemmeno il sindacalista della Cisl Maurizio Bernava e il leader della Destra Francesco Storace che fa riferimento al presunto “tradimento” degli autonomisti a sostegno di Crocetta contro proprio il candidato del suo partito Nello Musumeci.
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