Ci scrive papà di disabile: “Crocetta e Bianco, venite alla Leopardi, pago io!”

CATANIA – “Sono padre di un ragazzino disabile che frequenta la seconda media alla Leopardi di Catania. E come ogni anno per la mia famiglia è iniziato il calvario”. 

Messe nero su bianco, da quella penna le parole escono come un fiume in piena. Mentre è lì che scrive per chiedere giustizia per suo figlio, nella mente del signor Domenico D’Antonio scorrono sempre le stesse immagini, quelle che vive da anni… ormai tanti.

“E’ struggente per un genitore vedere il proprio figlio triste perché non può riabbracciare i propri compagni sin da subito. Anche se è iniziata la scuola, infatti, non sono state nominate le assistenti igienico sanitarie che dovrebbero aiutare i disabili. A causa di queste problematiche l’anno scorso mio figlio ha iniziato ad andare a scuola solo a novembre, dopo che ho combattuto con le mani e con i denti”.

Il signor Domenico ha scritto di getto rivolgendosi al presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Istruzione, proprio in occasione dell’arrivo a Palermo per inaugurare l’anno scolastico.

“Signori anche quest’anno si ripete l’indecoroso rimando di responsabilità tra scuola e assessorati: manca l’approvazione del bilancio e la nomina della ditta a cui affidare il servizio. Poi seguiranno gli immancabili ricorsi degli esclusi dalla gara di appalto e forse, per Natale inizierà la scuola per questi cittadini senza diritti né voce.”

E incalza “Mio figlio oggi avrebbe voluto riabbracciare i sui compagni e i sui splendidi insegnanti, con i quali ha costruito relazioni umane ed educative stupende. Ma per lui, e per gli altri come lui, non c’è posto. Mi chiedo, come devo giustificarmi? cosa devo spiegargli? E continuo a domandarmi se è questa la società che vogliamo costruire anche attraverso la scuola.”

La sua voce è una, ma rappresenta, in realtà, il disagio di molte famiglie che quotidianamente fanno i conti con queste difficoltà vedendo che i propri figli vengono trattati come dei diversi.

E con una significativa metafora, il coraggioso genitore tuona a conclusione della lettera “Una società che non tiene il passo dello zoppo e del cieco, dell’orfano e della vedova, dell’anziano e della partoriente, non è una società ma una accozzaglia di persone. Questo il nostro sindaco e il nostro presidente del consiglio lo sanno? li invito a venire alla Leopardi di Catania. Prendiamoci un gelato insieme, offro io, poi spiegheranno loro a un bambino perché non può andare a scuola.”