PALERMO – Il termometro segna oggi 42 gradi all’ombra, non ci sarebbe che dire se l’aumento della calura estiva siciliana non fosse collegato al rialzo crescente del debito pubblico. Beh! … Consentiteci la battuta estiva, anche, se adesso, possiamo stare tranquilli, almeno per quello che ha dichiarato, oggi, Piercarlo delle Finanze, sulla grande occasione che ha il Parlamento nel porre la fiducia al salvataggio dei migranti (?), no scusate! delle banche venete. Questo è un atto che darà respiro al Governo nel dedicarsi agli investimenti pubblici e le crisi bancarie, una volta bonificate, potranno, senza alcun dubbio accelerare la ripresa economica del Bel Paese.
La crescita è quella che conta e adesso finalmente il contenimento fiscale darà ossigeno finanziario all’imprenditoria. Sarà vero? I dubbi avanzano, visto che i cittadini restano i protagonisti e i garanti dei debiti degli istituti di credito che hanno sperperato miliardi di euro in crediti deteriorati e detestabili e poi ceduti all’80, 90 per cento di ribasso a pseudo società di recupero. Anche se il presidente dell’Abi (Associazione bancaria italiana), Patuelli, ha dichiarato, sempre stamani, che non bisogna dare la caccia alle streghe, ma i responsabili dei disastri delle banche venete e di quelle toscane vanno individuati e condannati perché responsabili del crac finanziario.
Sarebbe come spegnere un incendio in Sicilia (per carità, non vogliamo “sficuliari” sulla ferita, di questi giorni, con un tizzone ardente) con una scopa e rastrello di cui sono dotati gli operai della Forestale dell’Isola, e, per porre l’esempio diversamente, è come stringere solamente la mano, in segno di solidarietà ad una persona che ha perso casa e lavoro. Di costringere, invece, a sborsare per intero tutte le prebende fin’ora percepite finanzieri di poco scrupolo (e si tratta di fior di milioni di euro!), manco a parlarne.
Ah scusate! Lo stato ha chiesto solo di abbassare di un pochino le loro indennità, in moneta sonante del 20 per cento circa, ad esempio da 270.000 euro, a 230 mila. Un’altra autorità ha dichiarato che le banche vanno salvate ed è stato il presidente del Veneto, Luca Zaia, il quale, proprio ieri sera a Radio Rai uno, ha dichiarato che la sua Regione, trasferisce allo Stato, più di 20 miliardi di euro l’anno di tasse, per cui le banche venete meritano di essere salvate, mentre altre Regioni (la Sicilia, “i cosi giusti! Non l’ha nemmeno nominata), sperperano denaro “a minchia china, come nella sanità, dove un pasto in un ospedale veneto costa 6 al massimo 6 euro e 50, mentre altrove 60, 70 euro.
Signor Presidente Zaia, qui sullo sperpero pubblico siamo tutti d’accordo… non c’è nulla da eccepire, ma che anche i siciliani devono contribuire a risanare le banche venete, ci sembra un tantino eccessivo, troppo magari; già abbiamo da mantenere parecchia gente ed in estate addirittura ci costa il doppio, per assicurare degne vacanze in dignitosi luoghi di villeggiatura, alberghi a 5 Stelle, resort di qualità per la necessaria “massaggiaria” ed altro, dopo una stagione invernale estenuante, per i Vip delle Camere, della Regione Siciliana, che per forza debbono necessariamente essere supportati e sopportati dagli uomini di scorta, tipo la Santanchè, La Russa e Crocetta; poi i direttori generali, i Vip Rai, delle Asp e di altri 10 mila enti pubblici.
C’è una bellissima poesia siciliana che recita: ’Ngnornu ca lu Diu Patri era cuntentu e passiava ’ncelu ccu li santi a lu munnu pinsau fari un prisenti, e di la cruna si scippau un diamanti; ci addutau tutti li setti elementi, lu pusau a mari ’nfacci a lu livanti: lu chiamaru Sicilia li genti,terra di l’amuri e di amanti,ma di l’Eternu Patri è sempre lu diamanti!
I sette elementi di cui è dotata la terra di Sicilia, come si legge nella poesia, sono: terra, acqua, aria, fuoco, luce, amore e vita. Gli elementi vitali di oggi per il siciliano sono diventati ben quindici, no non stiamo esagerando, Signor Presidente Ugo Zaia! Se non ci crede, eccoli!: “acqua, luci, gas, telefunu, mangiari, tasse di tutti i maneri, munnizza, mantenere politici e company, debiti pubblici e privati, banche, mutui, fùttiri, friddu e cauru forti, acchiappatìni e nésciri pì pigghìari aria!”.
Giuseppe Firrincieli