PALERMO – Il centro storico di Palermo è sempre meno attivo dal punto di vista commerciale, infatti, sono sempre meno i negozi presenti e si rischia la desertificazione. È in atto un processo di squilibrio e disarmonia già cominciato alcuni anni fa e la conferma è arrivata dalla annuale indagine sul tessuto commerciale delle città, con un focus particolare sul centro storico.
L’indagine è stata condotta dal Centro Studi di Confcommercio con il contributo del Centro Studi delle Camere di Commercio di G. Tagliacarne, lo studio “l’Osservatorio sulla demografia d’impresa nelle città italiane e nei centri storici“, è quest’anno giunto all’ottava edizione.
L’intervento della presidente di Confcommercio Palermo
La presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio ha affermato: “È un tema di grande importanza su cui bisogna intervenire presto e bene. Una disordinata evoluzione dell’offerta commerciale, esageratamente sbilanciata sui settori della ristorazione e dell’alloggio, rende i centri storici qualitativamente sempre meno attrattivi e meno sostenibili, fermo restando che questi settori hanno saputo dare una valida spinta, anche in termini di valorizzazione, alla rigenerazione del centro storico cittadino.
Si rischia la desertificazione commerciale perché stanno scomparendo dal centro città alcune categorie merceologiche che magari vengono dirottate nelle periferie o all’interno dei centri commerciali: l’impoverimento di un’offerta diversificata è una grave ferita per una città d’arte come Palermo che non deve perdere il suo aspetto identitario, costituito non solo da monumenti e beni artistici“.
Il rapporto di Confcommercio ha analizzato 120 comuni italiani medio–grandi e ha riportato numeri preoccupanti. Nel centro storico di Palermo, le imprese del commercio al dettaglio sono diminuite del 40%, passando da 1.316 a 821 nell’ultimo decennio. La maggior parte della diminuzione si è verificata nella categoria “altri prodotti in esercizi non specializzati”, come abbigliamento, libri e giocattoli. Tuttavia, c’è stato un aumento significativo di imprese nel settore alberghiero, B&B, ristoranti e bar, che sono aumentati da 295 a 500 nel centro storico di Palermo nell’ultimo decennio.
“Quello dell’equilibrio commerciale è uno dei primi punti su cui ci siamo confrontati con la nuova amministrazione comunale – prosegue la Di Dio -. Occorre una politica lungimirante, utilizzando gli strumenti normativi a disposizione, anche a tutela delle esigenze dei residenti e, più in generale, dell’identità e della qualità della vita del centro storico che è un valore importante per la stessa attrattività turistica. Il cambiamento va ‘guidato’ con un progetto armonico e con una strategia condivisa che possa coniugare correttamente la riqualificazione urbana con la rivitalizzazione economica.
È questo il momento di intervenire, considerato che si tratta di un periodo di ripartenza dopo una lunga crisi economica e sanitaria. Anche per questo da anni riteniamo urgente e imprescindibile che in una asse commerciale portante come via Roma vengano soppresse le limitazioni all’apertura di nuove strutture di vendita con una superficie superiore a 200 metri quadrati, cosa peraltro prevista da recenti direttive comunitarie e nazionali in termini di liberalizzazione delle attività economiche” conclude la presidente.
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