Dalla NASA al Piemonte, i panettoni siciliani Fiasconaro non conoscono confini

CASTELBUONO – Il pasticcere Nicola Fiasconaro, famoso in tutto il mondo, ha inaugurato un nuovo laboratorio in Piemonte, a Venasca, per portare nel mondo il suo panettone alla manna, che nel 2010 la Nasa scelse per metterlo sullo Shuttle Discovery dal Kennedy Space Center in Florida.

Da allora l’espansione è stata talmente veloce (il fatturato è di 15 milioni di euro!), che lo scorso anno s’è trovato con l’esigenza di espandersi per rispondere alla richiesta di altri 150 mila panettoni. E qui sta l’inghippo, perché un’area a destinazione industriale sita nel suo Comune è rimasta un fantasma, con le autorizzazioni che non arrivavano e il rimpallo fra un ente e l’altro, inconcepibile per un imprenditore moderno. Nicola e suoi fratelli Fausto e Martino, hanno esternato questa amarezza e subito il sindaco di Venasca li ha invitati ad andare al Nord, ad abitare la nuova area industriale di questo paese all’ingresso della Valle Varaita.

Nicola Fiasconaro lancerà subito il panettone ai marroni, anzi il suo progetto di delocalizzare in Piemonte la produzione di panettoni prevede un laboratorio per la canditura delle castagne e uno per paste acide e lievitati. 

Curioso questo percorso, anche perché se lo stereotipo è quello dei “piemontesi che è gente chiusa”, per Fiasconaro è una bugia:Qui ho trovato un’accoglienza straordinaria, e la mia stima va a tutti i colleghi della provincia Granda (Cuneo) e di tutto il Piemonte”.    

A leggere questa storia sembra di vedere la medesima epopea del vino. Degli enologi piemontesi che sono andati in Sicilia, del legame con il Marsala (tanto che a Torino le spose avevano in dote il servizio per servire il Marsala), oppure di quell’amicizia con Marco De Bartoli, bloccato nella sua attività il giorno in cui divenne presidente dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino.

E conclude Nicola Fiasconaro: “Ora in Sicilia il momento drammatico che mi riguarda sembra passato: a parole c’è collaborazione, ma la cappa del potere e della burocrazia ancora ti soffoca”.

Maria Morelli