PALERMO – Incastrato da un social network che lui stesso aveva aperto dal cellulare della vittima: così è finito in manette un ventitreenne di Termini Imerese, che avrebbe cercato di abusare sessualmente di un extracomunitario.
La vittima è stato un diciottenne del Gambia ospitato al Cara di Mineo. Dopo che la sua richiesta di far visita a un connazionale era stata accettata, il ragazzo si è diretto a Palermo. Ma, non essendo riuscito a vederlo, si è fermato per qualche ora nella sala d’attesa della stazione.
Qui, è stato avvicinato dall’aggressore, che ha cercato di abbordarlo con le buone maniere. Dopo essere riuscito nel tentativo di avviare una conversazione, il malvivente gli ha chiesto di poter utilizzare un’applicazione per la traduzione della lingua, così da rendere la conversazione più fluida. Fino a quando, sullo schermo dello smartphone, il malcapitato ha letto una proposta sessuale. Inutile il rifiuto dello straniero: l’italiano, infatti, ha cercato di raggiungere il suo scopo con l’aggressione.
Dopo essersi divincolato, il ragazzo ha chiesto aiuto a un automobilista per recarsi al commissariato e sporgere denuncia. I poliziotti, dopo aver parlato con la vittima e aver guardato il cellulare sono risaliti al malvivente, tradito dall’applicazione aperta con le sue credenziali.
Dopo averlo rintracciato, l’aggressore è stato riconosciuto dalla vittima e arrestato. Ulteriori conferme, poi, sono arrivate dal ritrovamento nella sua abitazione degli indumenti utilizzati al momento della molestia.