Strage di via D’amelio: magistrati indagati per depistaggio

Strage di via D’amelio: magistrati indagati per depistaggio

PALERMO – Ancora un colpo di scena nell’inchiesta sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio. A distanza di 27 anni, infatti, la Procura di Messina, come riportato da Adnkronos, ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di calunnia aggravata, alcuni magistrati, i cui nomi sono ancora top secret.

Certo è che si tratta di alcuni pubblici ministeri che indagarono sulla strage in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta.

Lo scorso novembre la Procura di Caltanissetta, che ha istruito il processo per il depistaggio delle indagini sull’attentato, aveva trasmesso una tranche dell’inchiesta ai colleghi messinesi perché accertassero se nella vicenda, ci fossero responsabilità di magistrati.

Così, la Procura di Messina ha aperto in un primo tempo un fascicolo di atti relativi, una sorta di attività pre-investigativa sfociata adesso in una inchiesta per calunnia aggravata.

Nel documento inviato dai pubblici ministeri di Caltanissetta a Messina si fa riferimento alla sentenza del processo Borsellino quater. Nelle motivazioni del verdetto i giudici della Corte d’Assise parlavano di depistaggio delle indagini sull’attentato al magistrato.

Depistaggio su cui i pubblici ministeri di Caltanissetta hanno indagato e poi incriminato tre poliziotti del pool che indagò sull’eccidio, Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei.

Ma nella sentenza si denunciavano anche gravi omissioni nel coordinamento dell’indagine, costata la condanna all’ergastolo di otto innocenti, coordinamento che spettava ai pubblici ministeri dell’epoca.

Immagine di repertorio