PALERMO – A seguito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo, la Presidenza della Regione Siciliana ha revocato l’incarico di presidente dell’Organismo Indipendente di Valutazione (OIV) della performance regionale affidato ad Antonio Maria Sciacchitano. La decisione è stata presa dopo la notifica dell’ordinanza del GIP di Palermo, che ha disposto per lui gli arresti domiciliari e la sospensione per un anno dai pubblici uffici.
Chi è Antonio Maria Sciacchitano
Antonio Maria Sciacchitano, 66 anni, è un commercialista palermitano con una lunga carriera nella pubblica amministrazione siciliana. Nel corso degli anni ha ricoperto diversi incarichi:
- Presidente dell’OIV della Regione Siciliana, ASP di Trapani, ospedale Villa Sofia-Cervello e Città Metropolitana di Catania;
- Componente del collegio sindacale dell’ospedale Civico e dell’ASP di Palermo;
- Consulente contabile per l’ASP di Caltanissetta;
- Consulente della Corte dei Conti e della Commissione di studio per la revisione legale del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti.
Durante le perquisizioni nel suo studio, la Guardia di Finanza ha sequestrato 44mila euro in contanti.
L’inchiesta: corruzione sistemica e turbative d’asta
La gestione degli appalti pubblici nella sanità siciliana sarebbe stata pilotata da un comitato d’affari criminale composto da dirigenti pubblici, lobbisti, imprenditori nazionali e collaboratori legati a esponenti politici di rilievo. La Procura di Palermo, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia, ha ottenuto dal GIP misure cautelari per 10 indagati.
Secondo gli inquirenti, la sanità siciliana sarebbe “affetta da una corruzione sistemica”. Le ipotesi di reato includono corruzione, turbata libertà degli incanti, emissione e utilizzo di fatture false, con gare d’appalto truccate per un valore complessivo di 130 milioni di euro.
Favori, nomine pilotate e consulenze fittizie
I funzionari pubblici coinvolti avrebbero:
- Anticipato documentazione riservata a imprese “amiche”;
- Modellato capitolati di gara su misura per favorirle;
- Annullato bandi sgraditi;
- Influenzato la composizione delle commissioni aggiudicatrici.
In cambio, sarebbero state promesse o versate tangenti, camuffate da consulenze, oppure garantiti favori personali, tra cui assunzioni di familiari.
Il ruolo di Sciacchitano nella vicenda Polygon
Secondo le intercettazioni agli atti, Sciacchitano e il suo complice Giovanni Cimo avrebbero cercato di favorire la Polygon Spa (ex Tecnologie Sanitarie) nella riacquisizione del lotto 1 della gara per apparecchiature elettromedicali, da cui l’azienda era stata esclusa dopo la precedente inchiesta “Sorella Sanità”.
Per riuscirci, avrebbero cercato appoggi nell’assessorato regionale al Bilancio, tentando di avvicinare Silvio Cuffaro, fratello dell’ex governatore Totò Cuffaro e dirigente generale, tramite l’autista Vito Raso. I due intermediari avrebbero progettato una remunerazione di 200.000 euro ciascuno, promettendo a Cuffaro 10.000 o 20.000 euro per la mediazione.
Il tentativo di transazione con la Centrale Unica di Committenza della Regione è però naufragato nel febbraio 2023, dopo che la Polygon è stata acquisita da un fondo internazionale.