PALERMO – È stata accolta, dopo anni di battaglie legali, la richiesta di risarcimento nei confronti di Bruno Contrada, l’ex agente segreto e funzionario di polizia condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Il legale di Contrada, Stefano Giordano, ha annunciato che la prima sezione della Corte d’Appello di Palermo ha accolto la richiesta di riparazione per ingiusta detenzione presentata dal suo cliente, dopo che la decisione precedentemente presa dalla Sezione seconda era stata ribaltata e annullata con rinvio dalla Corte di Cassazione. Tuttavia, l’indennizzo assegnato è stato limitato a 285.342 euro, nonostante la difesa chiedesse 3 milioni.
Dall’arresto all’assoluzione
Il 24 dicembre 1992 Bruno Contrada, per anni in prima linea nella lotta contro la mafia, è stato arrestato e, nonostante si sia sempre dichiarato innocente, è stato condannato in via definitiva nel 2007 a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa: la sentenza portò alla condanna dell’Italia da parte della Corte Europea per i Diritti Umani. Inizialmente assolto in appello, ha subìto poi la condanna definitiva. Nel 2011-12, la sua richiesta di revisione del processo è stata respinta e nel 2012 ha completato la sua pena. La sentenza poi è stata ribaltata e Contrada ha ottenuto l’assoluzione.
Nel mese di gennaio 2021, la Corte di Cassazione aveva annullato e rimandato l’ordinanza della Corte d’Appello di Palermo in merito alla richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione presentata dall’agente segreto, il quale aveva ottenuto un risarcimento di 667.000 euro. Successivamente, il 15 dicembre, la questione è stata riesaminata dalla Corte d’Appello, la quale ha rivalutato il ricorso presentato dall’avvocato Giordano dopo la prima bocciatura. Il legale ha sostenuto che il giudice interno avrebbe violato due volte la decisione della Corte Europea, su cui non avrebbe alcun margine di discrezione.
Durante l’udienza per la richiesta di riparazione di ingiusta detenzione presentata da Bruno Contrada, si sono verificati dei momenti di tensione. Dopo l’intervento del sostituto procuratore generale Carlo Marzella, che aveva descritto i momenti salienti della vicenda giudiziaria di Contrada e letto alcuni estratti della sentenza, Contrada si era alzato, non senza difficoltà a causa dei suoi problemi di deambulazione, e aveva mostrato il suo certificato penale. Rivolgendosi direttamente al pg Marzella, aveva dichiarato di essere stato assolto e che il suo certificato dimostrava la sua incensuratezza. Contrada aveva accusato il pg di false accuse, ma la presidente della Corte, Adriana Piras, aveva interrotto la discussione, ricordando a Contrada che non poteva dialogare direttamente con il procuratore generale. Dopo un breve scambio di opinioni, gli animi si erano calmati e Contrada si era seduto nuovamente. L’udienza era ripresa con l’intervento del suo avvocato, Stefano Giordano.