PALERMO – Il centro di riferimento per i traumi amputativi dell’unità operativa complessa di Chirurgia Plastica del Policlinico ha effettuato con successo il reimpianto di un braccio su una donna calabrese di 62 anni, rappresentando un’importante pietra miliare per l’Italia meridionale.
Il chirurgo plastico Pierfrancesco Pugliese e il collega Massimiliano Tripoli hanno eseguito l’intervento, invertendo così lo storico flusso di pazienti dal Sud verso i centri del Nord Italia.
Il 31 gennaio scorso, la paziente ha subito l’amputazione del braccio destro mentre controllava la macchina per le spremiture delle olive nel suo frantoio in un paese in provincia di Vibo Valentia, a causa di un momento di distrazione.
Nonostante il grave trauma, la paziente ha chiamato i soccorsi ed è stata trasportata al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria e successivamente, con l’elisoccorso, al Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo.
L’equipe specialistica multidisciplinare del Cumi, il Centro di riferimento per i traumi amputativi dell’unità operativa di Chirurgia plastica, composta da chirurghi plastici, ortopedici, anestesisti specializzati in interventi per gravissimi traumi e di lunga durata, e infettivologi, ha accolto la paziente.
L’intervento chirurgico, che è durato circa 10 ore, è stato seguito da un periodo in Terapia Intensiva per controllare lo stato generale e locale, a causa dell’alto rischio di mortalità o di perdita dell’arto associato a questi traumi.
Dopo un mese dall’intervento, la paziente si trova in ottime condizioni di salute e il reimpianto è attecchito con successo, grazie alla tempestività di comunicazione tra il Gom di Reggio Calabria e la pronta risposta della unità operativa di Chirurgia plastica.
Questo risultato rappresenta un importante passo avanti per il Sud Italia nella cura dei traumi amputativi.
INTERVENTO “INNOVATIVO” A TRAPANI: TRAPIANTO DI ORGANI A CUORE FERMO
Nel mese di gennaio, invece, è stato effettuato un delicato prelievo di organi, intervento eseguito all’Ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani di una 73enne deceduta per emorragia cerebrale.
L’intervento, durato circa sette ore, è stato un prelievo a cuore fermo (prelievo DCD, Donation After Cardiac Death) di fegato e reni, effettuato nell’ospedale trapanese da un’equipe dell’ISMETT diretta da Gaetano Burgio con il supporto del Centro Regionale Trapianti (CRT), in collaborazione con un’equipe di medici dell’Unità Operativa Complessa Anestesia e Rianimazione coordinata da Cristina Agozzino, responsabile aziendale per i trapianti, il personale del complesso operatorio dell’ospedale.
Sono 13 i trapianti a cuore fermo (DCD), eseguiti in Sicilia dal dicembre 2016, la Sicilia è la prima regione del Mezzogiorno ad aderire a questo importante Programma del Centro Nazionale Trapianti che prevede l’effettuazione del prelievo con una tecnica di circolazione extracorporea.
Foto di repertorio
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