CERDA – Il sindaco di Cerda, Salvatore Geraci, che è anche deputato della Lega all’Ars e componente della commissione regionale Antimafia, è finito nell’occhio del ciclone a causa di un’indagine condotta dalla Procura di Termini Imerese. Per ultimo, è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini.
Le accuse nei confronti di Geraci
Geraci è stato indagato per tentata concussione e abuso d’ufficio, poiché l’accusa ritiene che abbia cercato di influenzare il comandante della polizia municipale affinché la processione del Venerdì Santo del 14 febbraio dell’anno scorso passasse davanti alla casa di un mafioso.
Avrebbe minacciato il comandante per cercare di obbligarlo a non modificare il percorso della processione della Via Crucis che prevedeva una sosta in piazza Generale Cascino, nella zona in cui si trovava agli arresti domiciliari Vincenzo Civiletto, condannato per associazione mafiosa.
L’accusa sostiene che ciò fosse uno stratagemma per ottenere consenso elettorale dalla comunità e il favore del comitato della Madonna Addolorata di Cerda. I
noltre, Geraci è accusato di aver permesso ai commercianti che avevano installato degli stand durante la Sagra del carciofo di non pagare la Tosap dovuta al Comune.
La replica di Geraci
Tuttavia, Geraci respinge fermamente queste accuse, affermando che non vi è alcuna implicazione con la mafia, il voto di scambio o le tangenti. Ha dichiarato di essere sereno e fiducioso nella giustizia, avendo nominato un avvocato per la sua difesa.
Il suo avvocato, Vincenzo Lo Re, ha sottolineato che non ci sono prove di coinvolgimento con la mafia o di tentata concussione, e ha promesso di chiarire ogni punto dell’accusa.
La Vardera chiede le dimissioni di Geraci
La situazione ha suscitato preoccupazione anche tra i membri della commissione Antimafia, con il vicepresidente Ismaele La Vardera che chiede le dimissioni di Geraci dalla commissione per preservare l’integrità della stessa.
“Non possiamo permetterci che su un componente della commissione Antimafia penda un sospetto così grave, che coinvolgerebbe addirittura un soggetto che sta scontando una condanna per mafia“, ha detto.
I fatti
Secondo l’inchiesta condotta dagli inquirenti, il sindaco avrebbe cercato di forzare il comandante dei vigili, Giuseppe Biondolillo, a modificare l’itinerario della processione in modo che passasse davanti alla casa di un boss mafioso, nonostante ci fosse un percorso alternativo già stabilito per evitarlo.
Il sindaco avrebbe persino convocato Biondolillo nel suo ufficio e lo avrebbe minacciato, dicendo che doveva obbedire ai suoi ordini, mentre temeva che potesse essere registrato durante la conversazione.
Altre figure coinvolte
L’indagine ha coinvolto anche altre figure, tra cui il presidente del consiglio comunale di Cerda, Mario Dioguardi, l’ex assessore al Turismo Cristian Vivirito, il fratello del sindaco, Simone Geraci, e alcuni dipendenti comunali e commercianti locali.