Palermo, fiaccolata per dire no alla guerra in Ucraina e sì alla pace: il sindaco in prima linea

Palermo, fiaccolata per dire no alla guerra in Ucraina e sì alla pace: il sindaco in prima linea

PALERMO – Fiaccolata per dire no alla guerra e sì alla pace. Le strade del centro di Palermo si sono illuminate con le fiaccole durante la manifestazione organizzata dal Comune e dalla Consulta per la Pace. Si accoglie così l’appello dell’arcivescovo Corrado Lorefice.

L’evento è partito da piazza Pretoria fino alla Cattedrale per un momento di preghiera. Presente, primo tra tutti, il sindaco Leoluca Orlando.

In tale sede ha dichiarato: “Palermo, unita, rivendica il diritto alla pace. La città si unisce al moto di indignazione e condanna l’aggressione militare di Putin nei confronti di uno Stato che ha diritto di vivere secondo le regole democratiche“.

E ancora: “L’Europa ha mostrato la sua debolezza perché non ha una politica di difesa, una politica estera. Non possiamo consegnare ad un’organizzazione militare, cioè alla Nato, la politica di difesa e quella estera europea“.

Essere qui in piazza è un modo per rivendicare che la pace è il diritto dei diritti. Durante la pandemia abbiamo capito l’importanza del diritto alla salute e adesso, in questo tempo di guerra che ci colpisce da vicino, capiamo il fondamentale valore del diritto alla pace“, conclude.

Il sindaco, prima di recarsi in Cattedrale, ha affisso sul balcone di Palazzo delle Aquile la bandiera dell’Ucraina insieme a un gruppo di ragazze ucraine presenti alla fiaccolata.

Rosalia Viviana Lo Monaco, capogruppo M5S, consigliere del Comune di Palermo, componente V Commissione
permanente e Commissione SpecialeTrasparenza e Garanzia, ha dichiarato: “Le immagini e i racconti di questi ultimi giorni ci ricordano di quanta crudeltà può armarsi la mano umana. Ma nelle pieghe delle atroci storie di disperazione e di sangue innocente, ricorre sempre una luce di speranza, quella delle persone accorse a fornire il proprio aiuto, quella di chi, rischiando la propria vita, protesta a mani nude e quella di chi, affrontando il pericolo, garantisce a tutti noi il diritto all’informazione recandosi nei luoghi in guerra“.

Fonte foto: Ansa.it