PALERMO – I carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del comando provinciale di Palermo, con il supporto tecnico del R.O.S. e, in fase esecutiva, della compagnia di Intervento Operativo del 12° Reggimento carabinieri Sicilia e del Nucleo Radiomobile di Palermo hanno arrestato il boss Giuseppe Auteri, 50 anni, latitante dal 2022.
Era risultato irreperibile già dal 2021 e inserito successivamente nell’elenco dei latitanti pericolosi.
L’indagine sul capomafia palermitano di Porta Nuova, è stata coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia.
Nei confronti del predetto è stata data esecuzione all’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere n. 10193/2021 RGNR DDA e nr. 7004/2021 RG GIP, emessa in data 15 luglio 2022 dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia guidata dal Procuratore Dott. Maurizio De Lucia (Operazione”Vento”), nella quale è accusato dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso ed associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Auteri era riuscito a sfuggire al blitz, denominato “Vento“, scattato dopo l’omicidio del boss Giuseppe Incontrera.
Secondo i risultati dell’indagine Vento, Auteri era emerso come soggetto di estrema fiducia dei massimi esponenti del mandamento di Porta Nuova, all’epoca individuati in Giuseppe Di Giovanni e Tommaso Lo Presti inteso “il lungo”, per conto dei quali, tra l’altro, avrebbe avuto il delicato incarico di gestire la cassa del sodalizio mafioso congiuntamente a Giuseppe Incontrera, assassinato alla Zisa il 30 giugno 2022.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri del Reni, era coordinata anche dalla procuratrice aggiunta Marzia Sabella.
Sottrattosi al fermo di indiziati di delitto emesso in data4 luglio 2022 dalla locale D.D.A. nei confronti suoi e di altri 17 consociati, il boss Auteri è riuscito a conservare la propria condizione di clandestinità grazie a un’articolata rete di soggetti compiacenti, giungendo ad acquisire, nel contempo, un ruolo apicale all’interno della compagine di riferimento, attesa anche l’assenza di ulteriori uomini d’onore di prestigio dovuta all’azione di contrasto della Procura di Palermo e alle numerose operazioni di polizia susseguitesi nel tempo su territorio.
Già condannato in via definitiva a otto anni di reclusione per associazione mafiosa (Operazione “Cerbero”) e a due anni di reclusione per estorsione aggravata dal metodo mafioso in concorso con Calogero Lo Presti inteso “zu Petru” (Operazione “Pedro”), il boss Auteri può vantare inoltre un’amicizia di lunga data con il boss di Pagliarelli Giovanni Nicchi, arrestato nel 2009 dopo una latitanza durata tre anni ed oggi detenuto in regime speciale di 41 bis.
Grazie all’importante dispositivo di contrasto di cui si è dotato il comando provinciale carabinieri di Palermo è stato possibile superare le continue accortezze poste in essere da Giuseppe Auteri e dalla sua più stretta cerchia di favoreggiatori al fine di sottrarsi alle investigazioni, arrivando a ottenere, da ultimo, la precisa localizzazione del covo dove aveva trovato rifugio.
All’atto dell’arresto, il latitante è stato trovato in possesso di un revolver con matricola abrasa, di quindici colpi e di un’ingente quantità di denaro contante.
Espletate le formalità di rito, l’arrestato è stato associato al carcere “Pagliarelli” di Palermo.
È doveroso rilevare che l’odierno destinatario della misura restrittiva è, allo stato, solamente indiziato di delitto e la sua posizione sarà oggetto di accertamento processuale.
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