PALERMO – Arriva un nuovo colpo alla criminalità organizzata, prosecuzione della maxi operazione Moby Dick. Sono 10 gli indagati che sono finiti in carcere su disposizione del GIP di Milano e su richiesta della Procura Europea, sedi di Milano e Palermo.
Ad aver condotto le indagini la Polizia di Stato – con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, della SISCO e della Squadra Mobile di Palermo – in sinergia con il Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Varese.
I reati contestati agli indagati dell’operazione Moby Dick
Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di aver fatto parte di un’associazione per delinquere a carattere transnazionale. Questa, specializzata nel cosiddetto “lavaggio dell’IVA intracomunitaria” e nel riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio dei proventi illeciti. Il tutto aggravato dall’art. 416 bis.1 del codice penale: l’utilizzo di metodi mafiosi e la finalità di agevolare storici clan camorristici.
L’inchiesta è la naturale prosecuzione della maxi-operazione “Moby Dick” del novembre 2024. Inchiesta che aveva già portato all’arresto di 47 soggetti e al sequestro di beni – tra immobili e conti – per un valore stimato di oltre 650 milioni di euro. Un’organizzazione che muoveva capitali e attività tra Italia, Spagna, Svizzera, Singapore, Emirati Arabi Uniti e altri Paesi dell’UE.
Tra i protagonisti di quella rete criminale, anche un cittadino belga ritenuto ai vertici dell’organizzazione. Sarebbe sfuggito alla cattura nel blitz di novembre e arrestato solo il 26 maggio scorso all’Aeroporto di Malpensa, mentre rientrava da un volo proveniente dall’Albania.
L’inchiesta si allarga
Le indagini non si sono fermate. Essenziale l’analisi di documenti, dispositivi elettronici sequestrati e nuove dichiarazioni accusatorie – alcune spontanee, altre da parte di collaboratori – che hanno permesso di consolidare il quadro accusatorio. I nuovi elementi hanno portato alla firma di un ulteriore provvedimento cautelare che rafforza il legame tra l’organizzazione e due storici clan di camorra: i Nuvoletta di Marano e i Di Lauro di Scampia.
Otto dei dieci soggetti colpiti dal provvedimento sono stati arrestati tra le province di Napoli e Roma. Gli altri due si trovano negli Emirati Arabi Uniti, precisamente a Dubai: per loro, l’autorità giudiziaria ha già emesso un mandato di arresto europeo. Intanto sono in corso diverse perquisizioni a Napoli e Roma. A condurle, la Polizia di Stato con il supporto dei Reparti Prevenzione Crimine e della Guardia di Finanza.