PALERMO – La Corte dei Conti, presieduta da Vincenzo Lo Presti, ha condannato il neurochirurgo Luigi Basile a risarcire l’ospedale Policlinico di Palermo con quasi 400mila euro.
L’ospedale è stato condannato dal Tribunale civile a risarcire i familiari di Pietro Romano, di Carini, morto a 51 anni l’8 giugno del 2011 dopo un intervento di ernia al disco.
L’uomo si era rivolto al medico dopo che il mal di schiena lo torturava da 5 anni. Dopo l’intervento il paziente ha subito una seconda operazione in Chirurgia vascolare d’emergenza per tentare di fermare un’emorragia interna.
I parenti dell’uomo hanno presentato una denuncia in Procura e anche una causa civile di risarcimento. Per quella morte il Policlinico è stato condannato a pagare quasi 800mila euro.
“Secondo il consulente tecnico del tribunale – come si legge nella sentenza della Corte dei Conti – Basile commise un errore di manualità che determinò la lacerazione di dimensione di circa un centimetro dei vasi iliaci e conseguente copiosa perdita di sangue. Il medico avrebbe commesso un errore in fase preoperatoria non sottoponendo il paziente ad accertamento diagnostico esplorativo e post operatoria visto che il medico ha ingiustificabilmente ritardato nella diagnosi della lesione causata in fase operatoria“.
Per questi fatti in sede penale la Procura di Palermo ha chiesto il 7 maggio del 2021 l’archiviazione per il reato di omicidio colposo contestato a Basile.
I periti del pm della Procura aveva escluso la responsabilità del medico nelle tre fasi della prestazione. Lo stesso Basile aveva respinto ogni addebito.
“Il pm contabile – si legge nella sentenza – con riguardo in particolare all’elemento costitutivo del nesso di causalità, ha rimarcato che la condotta intra-operatoria tenuta dal Basile costituisce l’antecedente causale rimosso il quale l’esito non si sarebbe verificato. Per questa via, deduce la piena fondatezza della domanda principale articolata in citazione, richiedendo che l’affermazione di responsabilità amministrativa di Basile“.
I giudici di primo grado hanno accolto le richieste della Procura e condannato Basile al risarcimento.