Monitoraggio Anas su ponti e viadotti in Sicilia, Mele: “Stiamo ponendo rimedio a una carenza manutentiva”

PALERMO – Il recente crollo di una parte del viadotto Madonna del Monte sull’autostrada A6 Torino-Savona ha riaperto il dibattito sul livello di sicurezza e stabilità di ponti e viadotti in tutta Italia, oltre che nella nostra isola. L’Anas ha pubblicato alla fine del mese scorso sulla Gazzetta Ufficiale quattro bandi di gara da 3 milioni di euro ciascuno per il monitoraggio strumentale di ponti e viadotti.

Nello specifico si tratta dell’esecuzione, tramite sensori, di misurazioni in continuo delle caratteristiche dinamiche delle opere per individuare eventuali variazioni nella struttura. In Sicilia ci sono stati in passato casi di cedimenti strutturali, come quello del viadotto Himera sull’autostrada A19 Palermo-Catania, o anche di semplici cadute di calcinacci che hanno tenuto alto il livello d’allarme.

Il responsabile della struttura territoriale dell’Anas Sicilia, l’ingengere Valerio Mele, afferma come in seguito si debba procedere all’individuazione delle opere per le quelli c’è una maggiore priorità e come sarà prestata in seguito particolare attenzione alle loro vibrazioni.

“Attualmente Anas svolge un’attività capillare di monitoraggio e sorveglianza – spiega Mele – su tutti i ponti e viadotti della propria rete, oltre 1.600 per la Sicilia, secondo procedure standardizzate di controllo, nell’ambito del Bridge Management System adottato da noi. Su eventuali opere che richiedono un’osservazione particolare sono già installati apparecchi sofisticati di monitoraggio da remoto, in aggiunta alle ispezioni periodiche. Gli esiti dei controlli definiscono la priorità di intervento sulla pianificazione dei lavori di manutenzione delle opere d’arte. L’obiettivo a medio termine di Anas è di sviluppare un sistema di monitoraggio da applicare in modo massivo su tutta la rete. In tale ottica è stato avviato questo progetto sperimentale, tecnologicamente molto innovativo, che prevede la messa a punto di un sistema predittivo in grado di leggere le condizioni di un viadotto dall’osservazione del comportamento vibrazionale. Il monitoraggio da remoto tramite sensori sarà avviato una volta espletate le procedure di gara, il cui bando è stato pubblicato nello scorso mese di novembre”.

Lo stato attuale delle opere nella nostra isola non mette alcuna preoccupazione, ma se si dovessero individuare dei problemi strutturali le soluzioni immediate non mancheranno. Inoltre quanto si sta facendo adesso ha una grande importanza, soprattutto in termini di manutenzione.

“Tengo a precisare che le opere d’arte di nostra competenza sono assolutamente sicure per la circolazione stradale – conclude Mele –. Qualora a valle dei monitoraggi periodici vengano riscontrate criticità su una struttura, questa verrebbe immediatamente chiusa al traffico, come è avvenuto per il viadotto Akragas I di Agrigento, per il viadotto Villano a Pietraperzia o come avvenne per il viadotto Himera I dell’autostrada A19 Palermo-Catania, che fu chiuso alla circolazione, in via cautelativa, parecchi giorni prima che la frana ne colpisse le pile. In quella circostanza, determinante fu anche il ruolo del nostro personale su strada. È innegabile che, negli anni passati, ci sia stata una carenza manutentiva su strutture già datate. Adesso però stiamo ponendo rimedio: basti pensare che nel quinquennio in corso, per la manutenzione programmata della rete siciliana, Anas ha stanziato oltre un miliardo e 100 milioni di euro“.

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