Mafia, respinto il ricorso di Provenzano: confermato il 41 bis

Mafia, respinto il ricorso di Provenzano: confermato il 41 bis

PALERMO – Il tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto il ricorso di Bernardo Provenzano, inoltrato dal suo legale Rosalba Di Gregorio, attraverso il quale richiedeva la revoca del carcere duro.

Il 41 bis secondo il legale del capomafia sarebbe incompatibile con le sue attuali condizioni di salute, giudicate molto gravi e che hanno ridotto Provenzano a essere quasi un vegetale. Ma per i magistrati resta il pericolo di contatti tra il boss e l’organizzazione mafiosa.

Mesi addietro anche i radicali erano intervenuti con una campagna sulla questione chiedendo la revoca del carcere duro per Provenzano. Nello stesso periodo il legale del boss aveva dichiarato che “i medici hanno già certificato che il deficit cognitivo di Bernardo Provenzano è irreversibile, questo ulteriore rinvio mi sembra un modo per eludere una decisione immediata che attendiamo da tempo”.

Provenzano peserebbe soltanto 45 chili e la sua pena più dura è quella di essere ridotto a un vegetale immobile su un letto d’ospedale, nutrito attraverso un sondino. I familiari non possono fargli visita, come prevede il 41 bis, e possono soltanto osservare il lento spegnersi di un ex capomafia anziano e malato.

“Uno Stato di diritto deve garantire le cure necessarie – spiegano i radicali – e tenere anche un mafioso in queste condizioni non è un atto di forza ma di debolezza delle istituzioni. È un accanimento che fa male allo Stato”.

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