Cronaca

Mafia, anche il patrimonio di Stefano Polizzi diventa dello Stato

PALERMO – È stata dichiarata irrevocabile la sentenza di primo grado di confisca di beni emessa a carico di Stefano Polizzi, per un valore complessivo di circa 2milioni di euro. Il provvedimento è stato emesso dall’Autorità Giudiziaria nel maggio del 2020; adesso è stata dichiarata irrevocabile con sentenza della Corte di Cassazione. L’ingente patrimonio, riconducibile all’organizzazione mafiosaCosa Nostra”, è entrato definitivamente a far parte dei beni dello Stato.

Le attività d’indagine finalizzate all’individuazione delle disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad appartenenti all’organizzazione mafiosa, sono state svolte dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Palermo e avevano già portato nel novembre del 2013, all’emissione da parte della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo – che aveva accolto le richieste della locale Procura della Repubblica – del provvedimento di sequestro a carico di Stefano Polizzi, nato a Palermo il 16 aprile 1955.

Già nell’aprile del 2012 l’uomo era stato arrestato, nell’ambito dell’operazioneSisma“, per aver commesso due tentate estorsioni aggravate e ritenuto particolarmente vicino ai vertici della famiglia mafiosa di Misilmeri, riportando la condanna di 4 anni di reclusione, divenuta irrevocabile nel marzo del 2017.

Attualmente Polizzi è detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Venere, perché successivamente all’espiazione della citata pena detentiva è stato nuovamente arrestato nel novembre del 2018 nell’ambito dell’operazioneCupola 2.0per essere stato il reggente della famiglia mafiosa di Bolognetta, riportando la condanna di primo grado a 17 anni di reclusione.

Il provvedimento di confisca definitiva ha riguardato i seguenti beni:

  • 2 imprese individuali situate a Bolognetta, operanti nel settore edile;
  • quota pari ad ½ di panificio collocato a Marineo;
  • 1 immobile di 3 elevazioni fuori terra situate a Bolognetta;
  • 1 immobile che si trova a Marineo;
  • 5 appezzamenti di terreno collocati a Bolognetta;
  • 1 abitazione rurale a Bolognetta;
  • 8 automezzi;
  • 8 rapporti bancari.

“U Pacchiuni” dice addio al suo patrimonio

La confisca dei beni è stata dichiarata irrevocabile anche per un altro componente di Cosa Nostra, Tommaso Lo Presti, palermitano di 48 anni, il cui patrimonio è diventato definitivamente di proprietà dello Stato.

Le indagini sono state condotte dal Nucleo Investigativo dei carabinieri di Palermo per identificare le disponibilità economicoimprenditoriali riconducibili ad appartenenti dell’organizzazione mafiosaCosa Nostra“. Queste attività hanno portato, nel luglio 2017, alla richiesta della Procura della Repubblica di Palermo di emettere un provvedimento di sequestro di beni per un valore approssimativo di 500mila euro nei confronti di Lo Presti, poi la richiesta è stata accolta dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo.

Chi è Tommaso Lo Presti

Il provvedimento a carico di Lo Presti ha portato alla confisca dei seguenti beni:

  • complesso dei beni aziendali riconducibile allimpresa individualeDAlia Fabio“, con attività di autoriparatore, avente sede in Palermo;
  • un magazzino situato a Palermo, dove si svolge l’attività connessa alla suddetta impresa individuale;
  • una abitazione collocata a Palermo, intestata a Loredana Miragliotta.LANCIO: La confisca di beni per un valore di circa 500mila euro è arrivata anche per un altro componente di “Cosa Nostra”, Tommaso Lo Presti
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