“Il 65% dei reati a Palermo sono maltrattamenti in famiglia”, nel mirino donne e ragazzi

“Il 65% dei reati a Palermo sono maltrattamenti in famiglia”, nel mirino donne e ragazzi

PALERMO –Il 65% dei reati, oggi, sono maltrattamenti in famiglia nei confronti delle donne e dei minori mentre fino a qualche anno fa erano principalmente reati contro la pubblica amministrazione, incendi o danneggiamenti“.

Lo ha affermato Lia Sava, procuratore generale della Corte di Appello di Palermo, intervenuta al convegno organizzato dall’Izs Sicilia, in collaborazione con il Rotary Club Palermo Libertà e il Rotary Club Bagheria, e con la partecipazione dei Rotary club dell’area Panormus.

Si sta verificando un’espansione di questi reati che colpiscono le fasce deboli e sarebbe opportuno intervenire su più fronti, dalla famiglia alla scuola, cercando di fare rete insieme alle Istituzioni e alle Associazioni che tutelato le vittime“.

Molti ragazzi – ha aggiunto Sava – sono completamente abbandonati e viaggiano su internet e sui social senza alcun tipo di controllo“.

Tutti noi cittadini dobbiamo intervenire per contrastare questo fenomeno. Se vedo sette ragazzi che passeggiano con una ragazza barcollante, intervengo perché di sicuro c’è qualcosa che non va. Spesso c’è un disagio psichico che non intercettiamo o che, il più delle volte, non vogliamo vedere“.

Le famiglie – ha proseguito – devono prestare attenzione agli aspetti educativi dei figli e al disagio mentale perché vi assicuro, per la mia esperienza, che moltissimi episodi di violenza nei confronti di donne e bambini hanno alla base un problema di carattere psichiatrico non ben diagnosticato da parte di chi vive all’interno della famiglia. Se ti rendi conto che tuo figlio ha un problema, ne prendi coscienza e attivi i meccanismi di salvaguardia mentale (lo psichiatra, lo psicologo, il neurologo), forse, determinate situazioni non sarebbero così frequenti“.

Non abbiamo posti nelle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza e questo è un problema gravissimo che – ha concluso – sicuramente non aiuta perché autori di fatti molto gravi che non possiamo mandare in carcere perché hanno problemi psichiatrici né tornare in famiglia, vengono lasciati liberi“.