“Iddu” alla stazione di Trapani, droga e latitanza: nuovo giallo su Matteo Messina Denaro, 3 arresti

“Iddu” alla stazione di Trapani, droga e latitanza: nuovo giallo su Matteo Messina Denaro, 3 arresti

TRAPANI – I carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Trapani e militari del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo, stanno arrestando tre persone che facevano parte di un’organizzazione che gestiva il traffico internazionale di droga.

L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura ìdi Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia. Pare che i tre ha a che fare con il boss latitante Matteo Messina Denaro.

Sono in corso in tutto il territorio nazionale decine di perquisizioni, che vedono impiegati oltre 100 militari dell’Arma e delle Fiamme gialle, supportati da unità cinofile, e riguardano abitazioni e luoghi nella disponibilità degli indagati.

È finito ai domiciliari l’ex avvocato Antonio Messina, 73 anni, che viveva ormai a Bologna. La custodia cautelare in carcere è scattata, invece, per Giacomo Tamburello, 59 anni, e Nicolò Mistretta, di 64 anni. Sono tutti pluripregiudicati e originari di Campobello di Mazara. Dal 2013 al 2018 avrebbero importato in Italia ingenti quantità di hashish attraverso il Marocco e la Spagna.

Gli investigatori hanno intercettato Messina mentre parlava con Giuseppe Fidanzati, indagato nell’inchiesta e uno dei figli di Gaetano Fidanzati, boss dell’Acquasanta, oggi deceduto, che aveva fatto di Milano la base operativa dei traffici di droga.

Nelle intercettazioni si parla di un “ragazzo” di Castelvetrano, identificato in Francesco Guttadauro, il nipote del cuore del latitante, a cui erano state fatte “le scarpe”. Fidanzati era sicuro che qualora “don Matteo” fosse stato presente non sarebbe stato arrestato.

Inoltre, ricorda anche un incontro alla stazione di Trapani con “iddu”. Quest’ultimo si era fatto accompagnare a bordo di una Mercedes da “Mimmu”, che i militari del Ros lo hanno identificato in Domenico Scimonelli, individuato come messaggero del latitante e possessore di una Mercedes.