Figlio e padre come Narcos, 15 milioni di euro nel muro di casa: arrestato anche il muratore

PALERMO – Sono ben 15 milioni di euro quelli rinvenuti dalla polizia in un’intercapedine di 40 centimetri ricavata in un muro di un appartamento a Milano sito in via Casoretto.

Un “tesoro” ben nascosto destinato a fini tutt’altro che leciti. La casa in questione, infatti, era in uso da Massimiliano Cauchi, noto narcotrafficante milanese e dal padre Giuseppe Cauchi, anche lui un volto noto per la giustizia.

La polizia, durante la perquisizione, ha notato una discrasia in termini di distanze della parete dietro l’armadio dove vi erano 40 centimetri di differenza tra quanto dichiarato e la situazione reale. Una volta toccata la parete e dopo aver proceduto alla demolizione, gli agenti hanno rinvenuto 28 scatoloni con diverse mazzette di banconote di vario taglio (dai 500 ai 10 euro) per una cifra complessiva di circa 15 milioni.

L’intere somme ritrovate anche in altre parti dell’appartamento sono state depositate presso la Banca d’Italia e il gip ha disposto per Massimiliano Cauchi un aggravamento della misura cautelare in corso passando dagli arresti domiciliari al carcere e per il padre Giuseppe Cauchi ha stabilito gli arresti domiciliari per riciclaggio.

In manette anche il muratore palermitano, Carmelo Pennisi di 72 anni, che ha realizzato tale opera per nascondere droga e denaro. L’accusa rivolta, infatti, sarebbe quella di aver concorso nell’associazione per delinquere. Addirittura sarebbe talmente “famoso” per il suo operato, anche in altre occasioni, che avrebbe ricevuto l’appellativo di “mago delle intercapedini”.