PALERMO – La deputata di Italia Viva Giuseppina Occhionero è indagata dalla Procura della Repubblica di Palermo.
L’ex deputata di Liberi e Uguali, ora in Italia Viva, è indagata per falso, insieme col collaboratore Antonello Nicosia, cui viene contestata anche l’aggravante mafiosa per lo stesso reato.
Occhionero era già comparsa di fronte ai pubblici ministeri di Palermo Paolo Guido, Francesca Dessì e Calogero Ferrara come persona informata sui fatti lo scorso 5 novembre. In quella occasione aveva ripetuto più volte di “aver sbagliato a fidarsi di Nicosia“. Ora alla deputata è stato notificato l’avviso di garanzia e quindi l’invito a comparire di fronte a i giudici in veste di indagata.
Quando è stata sentita dai pubblici ministeri aveva riferito circa la sua relazione con Nicosia di cui sarebbe stata, a suo dire, vittima inconsapevole. L’uomo si trova adesso in carcere, accusato di esser parte della famiglia mafiosa di Sciacca. Dimostrava spesso disprezzo verso le figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, tanto da arrivare a dire, quando fu intercettato: “All’aeroporto bisogna cambiare il nome… Non va bene Falcone e Borsellino… Perché dobbiamo arriminare sempre la stessa merda… Sono vittime di un incidente sul lavoro, no?“. L’uomo avrebbe anche approfittato del rapporto personale intrattenuto con una deputata della Repubblica, che tra le prerogative ha quella di poter effettuare accessi nelle carceri senza preavviso, per avere libero accesso in carcere e incontrare i detenuti.
L’avviso di garanzia è scattato in seguito a tre episodi specifici: prima ancora che Nicosia fosse contrattualizzato come collaboratore parlamentare, i due hanno visitato le carceri di Palermo, Agrigento e Sciacca. Nicosia si firmava comunque come assistente parlamentare per evitare che venisse negato l’accesso.
Nicosia aveva un trascorso come direttore dell’Osservatorio internazionale dei diritti umani ed è stato eletto nel comitato nazionale del XVII congresso dei radicali italiani, inoltre curava delle rubriche televisive, come “Mezz’ora d’aria“, nelle quali trattava argomenti relativi alla legalità e ai diritti dei detenuti. Questo impegno era bastato all’Occhionero per assumerlo evitando qualsiasi processo di verifica sul suo curriculum, dove erano citati incarichi universitari in Italia e all’estero, e sulla sua fedina penale, segnata da una condanna a dieci anni e mezzo per droga.
La deputata ha affermato che dopo essere venuta a conoscenza delle bugie relative al curriculum si era rotto il rapporto di fiducia con Nicosia, il cui incarico era stato sospeso lo scorso maggio. Ma nessun rapporto in realtà è stato interrotto, prova ne sono le intercettazioni degli sms fra Nicosia e l’onorevole, quando di recente è stato messo di nuovo sotto controllo il telefono del collaboratore: “Ti aspetta Santo Sacco” – uno dei mafiosi incontrati in carcere da Nicosia -. Occhionero ha risposto: “Ma è uscito dal villaggio?”.
Immagine di repertorio
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