PALERMO – La Vucciria ha dato l’ultimo saluto a Emanuele Burgio, il 25enne ucciso domenica alla Vucciria a causa di una lite durata giorni, anche con pestaggi, dopo un presunto (e banale) incidente d’auto avuto con Giovanni Battista Romano (almeno secondo il racconto di Domenico Romano in sede d’interrogatorio), uno dei tre Romano in stato di fermo con l’accusa di omicidio (da stabilire ancora se premeditato o meno).
Nella notte si sono celebrati dei veri e propri “funerali clandestini“, con rombi di motorini, musica napoletana, applausi e fuochi d’artificio; il tutto, sembrerebbe, in pieno coprifuoco. Tanto che sarebbero intervenuti gli agenti in tenuta antisommossa.
“Resterai sempre nei nostri cuori“, recita uno striscione con stampata sopra l’immagine della vittima. Diverse foto prese dai social, inoltre, sono apparse nei pressi del locale gestito dalla famiglia di Emanuele, la trattoria Zia Pina.
Non si tratta di una celebrazione ufficiale, ma di un omaggio organizzato da alcuni amici, dato che la salma di Emanuele si trova ancora nel Policlinico in attesa della data per lo svolgimento dei funerali veri e propri.
Intanto, il gip ha convalidato i fermi per Matteo, Domenico e Giovanni Battista Romano. In sede di interrogatorio, Domenico ha anche raccontato la sua versione dei fatti su quanto accaduto quella tragica sera e anche nei giorni addietro.
Secondo le sue parole, avrebbero sparato per difendersi dall’aggressione (sembrerebbe l’ennesima) di una persona definita davanti ai magistrati come rissosa e pronta a scontrarsi. Domenico Romano ha parlato anche di una sorta di rito fatto quella notte da Emanuele Burgio, il quale per caricarsi e aggredire i Romano si sarebbe dato anche dei pugni in testa. Ovviamente, questo racconto è ancora da chiarire e confermare attraverso le indagini.
Fonte foto Rai News