Dipendenti ex Province in protesta: quattromila marciano a Palermo

Dipendenti ex Province in protesta: quattromila marciano a Palermo

SICILIA – In marcia contro il caos province. Quattromila i dipendenti, secondo la Cgil, giunti da tutta la Sicilia in corteo a Palermo fino all’Assemblea regionale, per contestare il pericoloso stallo in cui è finita la riforma, emblema delle incompiute istituzionali dell’Isola.

Di fatto, i liberi consorzi dei Comuni e le città metropolitane restano nelle sabbie mobili delle divisioni e delle lungaggini.

I sindacati confederali e autonomi che hanno organizzato lo sciopero regionale, chiedono che il testo sia varato entro luglio. È l’istanza rivolta al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone che ha accettato di incontrare oggi i sindacati e che ieri ha lanciato il suo aut-aut: “Subito la riforma o è meglio sciogliere l’Ars per tornare alle urne”. Ardizzone puntava a riportare questa settimana il ddl in Aula che, però, è impegnata nel difficile parto del disegno di legge che taglia consiglieri e indennità comunali.

Oltretutto, le nuove città metropolitane sono soggetti attuatori di spesa Ue, ma senza la legge che le istituisce, non si sa chi dovrà spendere le risorse che l’Ue assegna a questi enti.

Senza le nuove norme, “ad aumentare di giorno in giorno, spiegano le sigle, è il rischio mobilità per i lavoratori”, è l’allarme dei sindacati. E quanto alle Partecipate provinciali, ad agitarsi è lo spettro della liquidazione. Se non arriva la legge, già a settembre i precari delle ex Province potrebbero trovarsi con la lettera di licenziamento in tasca. I dipendenti in organico a loro volta scivolerebbero nella mobilità, l’anticamera della perdita del lavoro.