Decine di vittime, anche pensionati, nel circolo vizioso dei prestiti di denaro: un arresto per usura

Decine di vittime, anche pensionati, nel circolo vizioso dei prestiti di denaro: un arresto per usura

PALERMO – La Procura di Termini Imerese ha delegato i carabinieri della Stazione di Misilmeri all’esecuzione di un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari, che dispone gli arresti domiciliari per il 38enne L.P.D., misilmerese già noto alle forze di polizia, accusato del reato di usura.

L’attività d’indagine, iniziata nel febbraio del 2020, ha messo in luce una serie di condotte delittuose attuate dal 38enne durante la fase critica del lockdown imposto dall’emergenza Covid-19: è emersa infatti l’effettuazione di prestiti di denaro con interessi ricompresi tra il 20% e fino al 912% su base annua, effettuati in particolar modo nei confronti di persone che versavano in stato di bisogno, anche di età avanzata, che una volta contratto il debito con l’usuraio non riuscivano più ad uscire dalla sua morsa, impegnando così le pensioni percepite all’inizio di ogni mese e precludendosi la possibilità di far fronte alle spese ordinarie di vita. Lo stato di necessità induceva le vittime a rivolgersi nuovamente all’uomo dando vita a un circolo vizioso senza fine.

La prima fase delle indagini ha messo in evidenza come l’attività di usura fosse nei confronti di circa 20 persone, e ha avuto il suo culmine in una perquisizione effettuata a maggio 2020 nell’abitazione del 38enne, durante la quale sono stati sequestrati circa 6mila euro, provento dell’attività illecita, oltre a materiale informatico che, analizzato nelle fasi successive, ha permesso di ricostruire come l’attività di usura si rivolgesse in realtà a circa 60 vittime.

In base a quanto emerso nel corso dell’attività, nel febbraio del 2021 era stata irrogata, nei confronti dell’usuraio la misura cautelare del divieto di dimora in Sicilia, poi mutata in quella dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Nonostante la misura a suo carico, il 38enne non ha desistito dall’attività illecita, tramite un vero e proprio inquinamento probatorio consistente nell’intimorire le vittime che man mano venivano escusse dai carabinieri: presupposto, per il giudice per le indagini preliminari di Termini Imerese, per emettere l’ordinanza di aggravamento richiesta dal Pubblico Ministero e disporre gli arresti domiciliari per il 38enne.

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