PALERMO – Ha patteggiato una pena a quattro anni, lo chef Mario Di Ferro, accusato di aver ceduto cocaina anche all’interno del suo locale Villa Zito di Palermo.
L’udienza si è svolta davanti al G.U.P. Marco Gaeta. L’Imputato ha sempre sostenuto di non essere uno spacciatore ma di avere fatto solo qualche favore ad alcuni amici.
Il giudice ha così accolto la richiesta dello chef, difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana, che aveva concordato la condanna con la Procura.
Di Ferro, che è libero, non andrà in carcere.
Lo chef era stato arrestato il 29 giugno dell’anno scorso dalla Squadra Mobile a seguito di una operazione coordinata dalla Procura. Nell’ambito della stessa inchiesta sono stati fermati i presunti fornitori della cocaina: Gioacchino e Salvatore Sansone; oltre ai collaboratori di Di Ferro: Gaetano Di Vara, Giuseppe Megna e Pietro Accetta, che erano stati sottoposti all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
Tutti hanno scelto il rito abbreviato e per loro il processo proseguirà a marzo.
Di Ferro era già finito ai domiciliari ad aprile dell’anno scorso perché era stato sorpreso a cedere cocaina a Giancarlo Migliorisi, allora capo della segreteria tecnica della presidenza dell’Ars, che per questa vicenda fu licenziato dal presidente in carica, Gaetano Galvagno.
Fra gli amici a cui Di Ferro avrebbe ceduto cocaina c’è anche il deputato regionale Gianfranco Miccichè.
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