PALERMO – I carabinieri della stazione Centro di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di interdizione dal lavoro, del gip Nicola Aiello, per un anno nei confronti Rosolino De Lisi di 66 anni, dipendente comunale di Palermo in servizio alla delegazione di piazza Marina, accusato di prendere soldi dai migranti che si recavano negli uffici per richiedere documenti o istruire pratiche.
Piccole somme per avere stati di nascita, di residenza o per richiedere le carte d’identità. Per circa sei mesi i militari hanno piazzato le telecamere dentro la delegazione e ripreso il dipendente comunale che avrebbe preteso piccole somme, due tre euro, per avere i documenti rilasciati senza la prenotazione prevista nelle delegazioni per via della pandemia.
A fare scattare le indagini il garante per i diritti umani del Comune di Palermo che ha segnalato ai carabinieri quanto raccontavano i migranti che dovevano subire le richieste non dovute da parte del dipendente. Alcuni colleghi di lavoro avrebbero raccontato che De Lisi voleva lavorare sempre da solo agli sportelli.
Dura la reazione del sindaco Roberto Lagalla: “Il comportamento che avrebbe assunto il dipendente comunale nella delegazione di piazza Marina nei confronti dei migranti che richiedevano il rilascio di documenti e l’istruzione delle pratiche è deprecabile e da condannare fermamente. Un comportamento che, se provato, non è degno del ruolo che deve portare avanti ogni dipendente pubblico“.
“Ringrazio i carabinieri che hanno condotto le indagini, ma tengo a sottolineare che tutto è partito dalla denuncia del Garante dei diritti umani del Comune, il quale ha riportato le segnalazioni dei migranti ai carabinieri, grazie anche alla collaborazione degli altri dipendenti comunali della postazione decentrata“, aggiunge.
“È anche al Garante e a questi dipendenti del Comune che rivolgo il mio ringraziamento perché sono rimasti fedeli al senso di legalità e responsabilità che ogni lavoratore di un ufficio pubblico deve assumere“, conclude.