Aggressioni a cittadini bengalesi: i NOMI degli 11 arrestati per rapina e lesioni aggravati da odio razziale

Aggressioni a cittadini bengalesi: i NOMI degli 11 arrestati per rapina e lesioni aggravati da odio razziale

PALERMO – Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato ha arrestato 11 persone ritenute responsabili dei reati di rapina e lesioni, aggravati dall’odio razziale, in esecuzione di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo.

La misura dispone gli arresti domiciliari a carico dei palermitani:

  • Ivan La Versa, classe 1976;
  • Gabriele Orlando, classe 1992;
  • Gioacchino Terzo, classe 1995;
  • Alessio Filippone, classe 1990;
  • Francesco Gaita, classe 1996;
  • Vincenzo Gulli, classe 2001;
  • Carmelo Lo Verde, classe 1996;
  • Marco Fortunato, classe 1989;
  • Giovanni Lo Dico, classe 1997;
  • Antonino Messina, classe 2000;
  • Antonino Marchese, classe 1985.

Gli arrestati, molti dei quali già noti alle forze di polizia perché gravati da precedenti per reati contro il patrimonio e in materia di stupefacenti, sono ritenuti responsabili di un episodio grave e cruento, risalente a pochi mesi fa, quando una banda di giovani, armati di mazze da baseball e sedie, ha fatto irruzione in un market in via Casella e ha aggredito il titolare, cittadino del Bangladesh e gli avventori presenti, suoi connazionali. Le vittime erano fatte bersaglio di calci e pugni e una di loro, trascinata nel retrobottega del negozio e malmenata, è stata rapinata dell’anello che portava al dito.

La misura cautelare scaturisce dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Palermo e dal commissariato Zisa, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Palermo, iniziate il giorno seguente l’assalto al market e che, nella tarda serata dello scorso 27 ottobre, aveva già portava all’arresto in flagranza di reato da parte degli agenti del commissariato Libertà, di due soggetti: La Versa e Orlando, da allora in carcere con l’accusa di rapina.

I due sono rimasti in carcere e a loro carico la misura di oggi viene applicata perché ritenuti responsabili anche delle lesioni aggravate dall’odio razziale. Gli investigatori, dopo i fatti, non hanno mollato la presa, fino a ricostruire l’intero organigramma della banda che quella sera si era resa protagonista di una vera e propria “spedizione punitiva” contro un cittadino bengalese, colto ad urinare in piazza Leonardo Da Vinci. La vittima, un giovane bengalese, ha subito calci e pugni, conditi da espressioni ed epiteti di disprezzo razziale. Ma il malcapitato, a giudizio della banda, era meritevole però di ben altra punizione. Inseguito dopo le prime percosse, è stato raggiunto in un negozio di proprietà di suoi connazionali, in via Casella, dove si era rifugiato in compagnia di un amico, anche lui bengalese, che aveva cercato di dargli una mano già in piazza Leonardo Da Vinci, intervenendo invano in sua difesa contro il gruppo.

I malviventi, più di dieci, sono entrati nel negozio cogliendo di sorpresa il titolare e gli altri avventori presenti e  portando così a termine la “spedizione” contro il bengalese preso di mira, che stavolta non è rimasto la sola vittima della banda. Gli arrestati, infatti, una volta nel negozio si sono scagliati con bastoni in mano contro il bersaglio principale, trascinandolo nel retrobottega, dove l’hanno picchiato e gli hanno sottratto l’anello in oro che portava al dito.

La furia del gruppo non si è arrestata, ma ha investito l’amico, il connazionale che aveva cercato di aiutarlo a sfuggire al primo assalto e che è stato preso a calci e pugni. Dopodiché è arrivato il turno del proprietario del negozio, anche lui bengalese, che gli aggressori dapprima hanno malmenato, poi hanno minacciato di morte se non avesse messo a loro disposizione le immagini del sistema di video sorveglianza attivo nel suo negozio, con l’evidente scopo di renderle inutilizzabili quale prova delle loro azioni. I malviventi hanno desistito solo quando si sono accorti del sopraggiungere delle Volanti della Polizia di Stato.

Immagine di repertorio