PALERMO – L’azienda ospedaliera palermitana “Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello”, dopo una lunga protesta svolta sotto forma di sciopero della fame, fra l’altro con il sostegno di alcune sigle sindacali, ha rinnovato fino al 31 maggio 2023 i contratti nati all’epoca dell’emergenza Covid, che si trovavano in scadenza per coloro che avevano mansione di OSS, contratti in versione Cococo.
Proprio in data odierna, il quadro dirigente aziendale e il Collegio di Direzione (di cui sono facenti parte i direttori di dipartimento e il direttore medico dei presidi), hanno preso questa decisione, per dare puntuale applicazione alla Direttiva Attuativa dell’Assessorato Regionale della Salute (n. 24514) relativa al “Protocollo per le stabilizzazioni del personale adottato in applicazione dell’allegato n.1 art. 4 della Legge 24 febbraio 2023, n.14 di conversione del Decreto Milleproroghe e dell’art. 20, commi 1 e 2, del D. Lgs n.75/2017 e ss.mm.ii“.
Precari Covid, notte di protesta degli operatori sociosanitari degli ospedali Villa Sofia-Cervello di Palermo
Nelle scorse ore vi avevamo raccontato della notte di protesta degli operatori sociosanitari degli ospedali riuniti Villa Sofia-Cervello di Palermo. Si tratta di personale assunto durante la pandemia con il click-day, i cui contratti cococo sono stati rinnovati, l’ultima volta e per un mese, il 31 marzo scorso.
Le parole di Alfredo Guerriero del Nursind
“Siamo ancora in assessorato a fianco degli Oss che al 30 aprile verranno licenziati. Questa è una vergogna, 50 famiglie lasciate nella tragedia, lavoratori abbandonati da tutte le istituzioni. Stiamo qui a morire di freddo ma noi non li lasceremo mai da soli“.
Precari Covid in Sicilia, la Regione avvia il percorso per le stabilizzazioni
Intanto ieri è stato avviato il percorso per le stabilizzazioni del personale Covid nel Servizio sanitario regionale. Una direttiva firmata dall’assessore alla Salute, dopo l’intesa dello scorso 31 marzo tra la Regione e le organizzazioni sindacali, concede agli enti e alle aziende della Sicilia un periodo fino a trenta giorni, a partire da oggi, per aggiornare i propri piani del fabbisogno e individuare i posti vacanti da destinare, nel rispetto del limite del 50 per cento delle complessive risorse assunzionali, a quei lavoratori che hanno prestato servizio in area sanitaria, socio-sanitaria e amministrativa durante l’emergenza pandemica.
Se i posti disponibili dovessero risultare inferiori al numero di personale che ha diritto alla stabilizzazione, gli enti e le aziende potranno chiedere una rimodulazione motivata dei piani triennali di fabbisogno e della relativa dotazione organica.