Palermo, spacciava droga nella sua taverna in centro: ora è libero

Palermo, spacciava droga nella sua taverna in centro: ora è libero

PALERMO – Un sistema di traffico di stupefacenti all’interno di una taverna in via Sant’Orsola gestita da nigeriani nel cuore del capoluogo isolano, è stato sgominato da un blitz messo a segno dai carabinieri della stazione di Oreto.

A finire in manette è stato Friday Ogbomon, trentaduenne nigeriano, colto nell’atto di vendere, ad una persona di cui non si conoscono le generalità, 0,8 gr. di marijuana.

OGBOMON FRIDAY

Dopo ulteriori indagini gli agenti hanno scoperto che Ogbomon custodiva illecitamente anche 12 bustine di marijuana per uso personale, dal peso complessivo di circa 15 grammi.

LE INDAGINI. Nei giorni precedenti i carabinieri avevano notato alcuni extracomunitari, entrati nel locale, prendere contatti con un uomo. La persona osservata, Ogbomon, indossava un maglione a collo alto di colore beige e, dopo una breve conversazione e scambio di qualcosa e banconote, l’acquirente usciva allontanandosi frettolosamente per via Divisi o Via Roma.

Quando gli agenti hanno tentato di avvicinare l’acquirente nella vicina via Calderai, quest’ultimo ha buttato per terra qualcosa e si è dato ad una fuga precipitosa in direzione via Maqueda facendo perdere le tracce di sè, mentre la droga veniva recuperata.

Tempestivo, quindi, è stato l’intervento delle forze dell’ordine nella taverna, dove si trova una porta che permette l’accesso ad una stanza dove, in terra, sono stati trovati vari frammenti di marijuana del peso di circa 1,1 gr.

È proprio a quel punto che si è deciso di procedere con la perquisizione, che ha consentito di scovare 120 bustine di plastica trasparente, vuote; un rotolo di pellicola trasparente; una bilancia digitale elettronica, funzionate, sporca di residui di sostanza vegetale verde.

Sempre nello stesso locale, dietro al banco, in un cassettino di legno, c’erano 175 euro.

LA CHICCA. L’autorità giudiziaria ha disposto l’arresto e per questo il nigeriano è stato trattenuto dentro la camera di sicurezza, in attesa di essere giudicato con rito direttissimo che, proprio ieri, ha decretato la liberazione dell’uomo che avrà solo l’obbligo di presentarsi in caserma.