Cronaca

Condannato soccorritore palermitano per aver abusato di una ragazzina in ambulanza

PALERMO – Un soccorritore del 118 di Palermo è stato condannato con l’accusa di abusi sessuali su una ragazzina trasportata in ospedale per forti dolori all’addome. A condannarlo il Giudice per le indagini preliminari di Palermo, Filippo Serio.

I dettagli della violenza

Il sanitario, che non è un medico, mentre la ragazzina veniva trasportata all’ospedale Civico, avrebbe deciso di eseguire una visita ginecologica. La giovane sul mezzo era in compagnia della madre. Le due donne non appena arrivate all’ospedale, turbate da quanto accaduto, hanno denunciato l’uomo e nel processo si sono costituite come Parte Civile.

La decisione del giudice

Il giudice, oltre alla sentenza di condanna, ha stabilito che gli sia vietata per sempre di svolgere lavori che siano identici o simili al suo precedente incarico. Tuttavia, l’atto commesso è stato considerato di gravità minore, tanto da consentire la sospensione condizionale della pena, a condizione che sia pagata una somma anticipata come risarcimento per i danni causati.

La Procura aveva chiesto una pena più severa.

66enne condannato per abusi sessuali sulla nipotina

Episodio simile a Partinico, sempre nel Palermitano, dove nei giorni scorsi un uomo di 66 anni è stato condannato per abusi sessuali commessi sulla nipotina di 7 anni. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dall’imputato dopo la sentenza di condanna pronunciata in Appello, confermando la pena di 9 anni di carcere. L’uomo era stato arrestato nel 2020.

L’inchiesta sul caso è stata avviata nel dicembre 2021 dai carabinieri, dopo che le figlie dell’uomo hanno presentato denuncia accusandolo di violenza. Durante le indagini, le autorità sono riuscite a confermare gli abusi subiti dalla nipotina. Durante le perquisizioni, sono stati scoperti numerosi video compromettenti, che hanno portato al sequestro dei dispositivi elettronici dell’indagato.

L’avvocato difensore dell’uomo ha sostenuto che le accuse si basavano esclusivamente sulle parole della bambina. Tuttavia, i giudici hanno ritenuto credibili e reali le ricostruzioni fatte dalla piccola e le accuse di abusi, motivando così la condanna definitiva.

Foto di repertorio

Redazione

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