Le Ong e gli schiavi africani

Le Ong e gli schiavi africani

PALERMO – Ma ancora dobbiamo continuare a credere alle favole? Ancora dobbiamo credere ai salvataggi in mare da parte delle Organizzazioni non governative che, guarda caso, con navi a noleggio, soggiornano e pernottano nelle acque libiche, in attesa che qualcuno che sta in alto conceda loro di soccorrere emigranti africani, senza minimamente essere in combutta con i trafficanti e concordare gli appuntamenti per i traghettamenti? Ancora dobbiamo credere che tutto è fatto per spirito di altruismo, che non ci sono finanziatori occulti, che non si tratta di un disegno perverso, che lo schiavismo non esiste, che non ci sono grossi interessi politici ed economici? E per finire che l’intero business non interessi la criminalità organizzata o le Mafie nazionali e internazionali come dir si voglia?

Dubbi che sono sorti mesi addietro, quando si è decuplicata la presenza, nel canale di Sicilia, di imbarcazioni di Ong tedesche, ispaniche, maltesi, portoghesi, italiane e chi più ne ha più ne metta, pronte a contendersi i poveri cristi, per essere recuperati e trasbordati nei porti di Sicilia e Calabria, dichiarandosi alfieri del soccorso in mare ed evitare lo stillicidio continuo di morti annegati nel Mediterraneo. Ci volevano le dichiarazioni della Marina libica per avere maggiore contezza su ciò che sta succedendo con l’Affaire “Schiavismo africano”.

Per la cronaca, l’ammiraglio libico, Ayob Amr Ghasem, ha dichiarato che poco prima di uno scontro in mare, al largo di Sabratah, con i trafficanti e che ha fatto registrare un morto e due feriti, la Guardia costiera libica ha intercettato, via radio, comunicazioni intercorse tra Ong e trafficanti, per prelevare gli emigranti a ridosso delle coste libiche. Le suddette Ong sono state persino riprese dalla Guardia marina della Libia, per lasciare le acque territoriali, visto che hanno dato l’impressione di essere sul posto per caricare ben 570 migranti, poi bloccati in tempo per essere rispediti in terra ferma africana.

“Medici senza forntiere” smentisce le accuse dell’ammiraglio e dichiara di non avere avuto alcun contatto con la Marina libica, anzi dichiara che una delle proprie navi, la “Prudence”, sta rientrando verso le coste siciliane con 726 persone a bordo e con approdo previsto al porto di Palermo fra breve. A chi credere? Certo sembra strano che la “Msf” sia caduta così in basso da dedicarsi al traffico della schiavitù africana, ma al giorno d’oggi tutto appare possibile. Di sicuro c’è che il procuratore Zuccaro aveva ragione e si sta perdendo solo tempo prezioso ad agire, prima di trovarci nel mezzo di una situazione drammatica senza soluzione di sorta, visto che più di mezza Europa vuole chiuderci le porte.

Giuseppe Firrincieli