La disponibilità di PS5 e Xbox Series X, così come delle nuove GPU RTX 3000 scarseggia; perché? Il problema è da ricercare nella crisi dei chip e semiconduttori. Un semiconduttore è un materiale che appartiene alla categoria dei semimetalli, vanta una resistività superiore a quella dei conduttori e inferiore a quella degli isolanti. Senza semiconduttori risulta impossibile produrre i transistor che a loro volta compongono i chip. Tra i semiconduttori più famosi vi sono il silicio, il germanio e l’arseniuro di gallio.
Ad oggi, non sono molte le società che possono permettersi non solo di estrarre i semiconduttori (la meta più ambita è l’Africa, che ne è ricca), ma anche di lavorarli per ottenere i tanto agognati chip. Ogni chip ha circa 10 miliardi di transistor, ognuno spesso 10 micron, in pratica il diametro di un globulo rosso. Visti gli altissimi costi di produzione, è facile capire perché, al momento, solamente Samsung, Intel, Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), Qualcomm, NVIDIA, Mediatek, AMD e Sony riescano a produrli.
Nel 2019 Donald Trump bandisce Huawei, ZTE e altre società di origine cinese; ciò costringe le aziende americane a rinunciare ad acquistare i chip dalle stesse. Calano, allora, le importazioni in USA ed Europa. Nel 2020, la pandemia di COVID-19 colpisce duramente la logistica, sia navale che area. Vi è una riduzione del 25% dei voli. Nel tam tam globale singoli eventi, che un tempo sarebbero stati considerati di poco conto (ad esempio un incendio in una fabbrica giapponese specializzata in fibra di vetro, materiale utilizzato per i circuiti stampati) causano ulteriori rallentamenti. È crisi.
Oggi, è diventato quasi impossibile trovare una PS5 o una RTX 3060, 3070 o 3080 e anche altri settori, come l’automotive, vanno a rilento per i medesimi motivi. Qual è quindi la soluzione? Negli USA il presidente Biden ha convocato 19 aziende e proposto una misura-tampone da 50 miliardi di dollari. Nel Vecchio Continente, l’UE ha deciso di fronteggiare la crisi con il Digital Compass 2030. Il piano, diviso in quattro punti, prevede 30 miliardi di euro d’investimenti per riuscire a raddoppiare la produzione di chip. Nell’attesa, chi vorrà acquistare una PS5 o un Xbox Series X dovrà aspettare o affidarsi ai bagarini.
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