MONDO – L’evoluzione tecnologica fa segnare traguardi sempre più importanti e il volo del drone-elicottero Ingenuity su Marte appartiene a uno di questi grandi passi in avanti.
Il primo volo
Fa ben sperare per il futuro la riuscita del primo volo di Ingenuity nella notte tra il 18 e il 19 aprile scorso sul pianeta rosso. Un evento che segna il più importante traguardo della cosiddetta missione Perseverance portata avanti dalla Nasa.
Il segnale è stato trasmesso da Ingenuity al rover Perseverance, che a sua volta ha trasmesso i dati al team Ingenuity del Jet Propulsion Laboratory dell’agenzia nel sud della California. Perseverance è atterrato su Marte lo scorso 18 febbraio con Ingenuity “attaccato al ventre”, dopo aver spiccato il volo dalla Terra il 30 luglio del 2020.
Un successo confermato anche dalle parole della stessa NASA che afferma: “Il drone Ingenuity Mars della NASA è diventato il primo aeromobile della storia a compiere un volo controllato e motorizzato su un altro pianeta“. Si tratta di “un obiettivo di esplorazione spaziale una volta ritenuto impossibile”, come evidenziato dall’amministratore della NASA Steve Jurczyk.
Ingenuity, elicottero a energia solare, ha raggiunto l’altitudine massima prescritta cioè di 3 metri ed è riuscito a mantenersi in volo in maniera stabile per 30 secondi per poi riatterrare sulle quattro basi che ha a disposizione, attivando la fase di ricarica delle batterie.
L’obiettivo principale della missione è quello di concentrarsi sull’astrobiologia, indagando anche sulla ricerca di eventuali tracce che possano testimoniare la presenza di vita su Marte.
L’estrazione dell’ossigeno
A seguire la soddisfazione per il primo volo storico di Ingenuity, c’è il fatto che il rover a sei ruote Perseverance è riuscito a estrarre l’ossigeno dalla fitta atmosfera di anidride carbonica (96%) sul pianeta rosso.
Questo è quanto avvenuto in un test dello scorso 20 aprile e che farebbe ben sperare in un futuro fantascientifico, dove gli astronauti potrebbero riuscire a sollevarsi dalla superficie del pianeta e inoltre potrebbero ricevere aria respirabile tramite sofisticati dispositivi come nel caso di MOXIE.
Quest’ultimo, come definito dalla Nasa, è “uno strumento sperimentale delle dimensioni di un tostapane” che si trova a bordo di Perseverance ed è stato usato per la prova producendo, tuttavia, soltanto 10 minuti di ossigeno respirabile per un astronauta.
In merito a MOXIE la Nasa spiega: “MOXIE funziona separando gli atomi di ossigeno dalle molecole di anidride carbonica, che sono costituite da un atomo di carbonio e due atomi di ossigeno. Un prodotto di scarto, il monossido di carbonio, viene emesso nell’atmosfera marziana. Il processo di conversione richiede alti livelli di calore per raggiungere una temperatura di circa 1.470 gradi Fahrenheit (800 Celsius)”.
“Per far fronte a ciò, l’unità MOXIE è realizzata con materiali resistenti al calore. Questi includono parti in lega di nichel stampate in 3D, che riscaldano e raffreddano i gas che fluiscono attraverso di essa, e un aerogel leggero che aiuta a trattenere il calore. Un sottile rivestimento dorato all’esterno di MOXIE riflette il calore a infrarossi, impedendogli di irradiarsi verso l’esterno e potenzialmente danneggiare altre parti di Perseverance”.
Il secondo e il terzo volo
Il secondo volo di Ingenuity è avvenuto lo scorso 22 aprile e ha fatto registrare nuovi progressi rispetto al primo. Infatti, come annuncia ancora una volta la NASA, il tutto è durato 51,9 secondi dove il drone si è spinto a un’altezza massima di 5 metri superando così i 3 metri segnati la volta precedente.
In merito alle immagini, lo scienziato del progetto Perseverance Justin Maki ha affermato di aver aumentato l’angolo di visuale della telecamera.
Il terzo volo invece è avvenuto lo scorso 25 aprile e, a detta della NASA, sono state registrate velocità e distanze maggiori rispetto ai due precedenti. Sebbene Ingenuity abbia raggiunto i 5 metri di altezza come nello scorso volo, ha percorso 164 piedi (50 metri) per poi ritornare sul punto di decollo.
A tali voli, come comunicato dalla stessa agenzia spaziale, ne seguiranno altri nonostante pare siano stati già raggiunti tutti gli obiettivi prefissati finora.
Fonte foto: NASA