MONDO – La Corte Suprema negli Stati Uniti ha abolito la sentenza che da 50 anni garantisce alle donne il diritto all’aborto.
Vietare alle donne americane di interrompere una gravidanza indesiderata non è più illegale: a stabilirlo sono i 6 voti a favore che, espressi dai giudici della Corte Suprema, hanno “annientato” i 3 voti contrari all’abolizione del diritto.
A essere abolita è la storica sentenza Roe v. Wade con cui nel 1973 proprio la Corte Suprema aveva riconosciuto il diritto di non portare avanti la gravidanza.
Da oggi saranno i singoli Stati americani a stabilire se l’aborto è un reato o un diritto della donna.
Tralasciando un gruppo di manifestanti anti-abortisti che a seguito dell’abolizione del diritto costituzionale all’aborto avrebbero esultato davanti alla Corte Suprema, non mancano comunque cittadini che hanno immediatamente iniziato a protestare nella speranza di essere ascoltati.
A mostrare la sua indignazione, tra i tanti, è proprio Barack Obama, ex presidente degli USA, che ha dichiarato in un Tweet: “La Corte Suprema non solo ha annullato quasi 50 anni di precedenti, ma ha relegato la decisione più intensamente personale che qualcuno possa prendere ai capricci di politici e ideologi: (sono state) attaccate le libertà fondamentali di milioni di americani“.
A votare a favore dell’abolizione della sentenza sono stati proprio i 6 giudici di orientamento conservatore, tre dei quali sono stati nominati da Donald Trump, durante il suo mandato.
L’ex vicepresidente e numero due di Trump, Mike Pence ha affermato che “la vita ha vinto” e ha esortato i cittadini a battersi per “la difesa del nascituro e il sostegno alle donne incinte in crisi“.
Al contrario, i tre giudici che si sono mostrati tutt’altro che favorevoli all’abolizione del diritto all’aborto sono invece di orientamento liberale. Si tratta di Stephen Breyer, Sonia Sotomayor e Elena Kagan, che infatti hanno scritto: “Con dolore per questa Corte, ma ancora di più per i milioni di donne americane che oggi hanno perso una fondamentale tutela costituzionale, noi dissentiamo“.
Fonte foto Facebook – Paola Bocci