Crisi Ucraina, la Russia ritira le truppe: resa o bluff? La Nato smentisce: “Nessun segnale di arretramento”

Crisi Ucraina, la Russia ritira le truppe: resa o bluff? La Nato smentisce: “Nessun segnale di arretramento”

UCRAINA – Timidi segnali distensivi sembrerebbero provenire dal confine tra Russia e Ucraina, dopo la preoccupante accelerata di Mosca sulle pressioni militari effettuate nelle scorse ore sull’ex Paese sovietico.

In mattinata, infatti, il Ministero della Difesa di Mosca ha annunciato la conclusione delle esercitazioni militari compiute in questi giorni all’altezza della frontiera. Il dicastero ha pubblicato anche un video nel quale si vedono i blindati e l’artiglieria fare ritorno nelle caserme.

Le unità dei distretti militari meridionali e occidentali, dopo aver completato i loro compiti, hanno già iniziato a ritirarsi nelle loro postazioni militari permanenti“, ha comunicato il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov alla stampa locale.

Il primo vice rappresentante permanente di Mosca alle Nazioni Unite, Dmitry Polyansky, ha negato la possibilità di un’eventuale invasione dell’Ucraina nella giornata di mercoledì. Resta ancora da capire se il ritiro delle truppe possa essere considerato come segnale di resa da parte della Russia o come “pretattica”.

Sull’ipotesi ritiro rimane però scettica la Nato la quale, attraverso il proprio segretario generale Jens Stoltenberg, ha ribadito l’assenza di prove in merito. “Non ci sono segnali sul terreno che la Russia stia riducendo le truppe ai confini dell’Ucraina“, ha affermato il capo dell’Alleanza.

Allo stesso tempo vi sarebbero “segnali da Mosca che la diplomazia deve continuare e questo è materia per un cauto ottimismo“.

L’ipotesi del falso ritiro delle truppe è sostenuta anche da Christo Grozev, direttore del sito di giornalismo investigativo Bellingcat, attraverso un messaggio pubblicato su Twitter: “Nell’ambito di una task force di monitoraggio congiunta dei movimenti delle truppe russe insieme a CITeam e The Insider, finora non vediamo prove di un ritiro delle truppe Russia dal confine con l’Ucraina“.

E ancora, “per il momento i dati aggregati dei nostri colleghi di CITeam mostrano che vari convogli che si stavano muovendo verso il confine con l’Ucraina si stanno ancora muovendo nella stessa direzione“.

Sempre Grozev aggiunge che “nella dichiarazione ufficiale della Difesa russa si parla del rimpatrio delle truppe dalle esercitazioni bielorusse“. Non vi sarebbero infatti riferimenti alle “truppe nelle regioni di Kursk, Belgorod e Bryansk“, al confine ucraino.

Intanto proseguono gli appelli da parte dell’Occidente e i tentativi di dialogo con Mosca per riuscire a risolvere definitivamente la crisi. La Germania, proprio mentre il cancelliere Olaf Scholz e il presidente russo Vladimir Putin sono in colloquio a Mosca, ha chiesto alla Russia di ritirare le proprie truppe.

La situazione è particolarmente pericolosa e può degenerare in qualsiasi momento” e “noi dobbiamo utilizzare tutte le opportunità di dialogo per ottenere una soluzione pacifica“, ha dichiarato la ministra Baerbock in una nota.

Fa discutere, comunque, un post su Telegram della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che attacca: “La data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell’Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo“.

Fonte foto: Pixabay